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Avrà senz'altro avuto paura, Teresa, mamma come tante e semplice cittadina come tutti, senza santi in paradiso e senza cercare qualcuno a cui raccomandarsi per farsi giustizia da sola. Ma lo ha fatto ugualmente. Ed è per questo che l'etichetta a pronto consumo di “Madre coraggio” le sta stretta: era una mamma, e questo basta e avanza, in questo paese, a rendere quella parola una medaglia al valore. A cose fatte ci sono pagine di facebook che la ricordano, giornali che ne pubblicano le foto in cui sorride gioiosa. Ma c’è anche una famiglia di donne – sua mamma e le sue due bambine – che sono rimaste orfane di una presenza forte, che faceva paura e rabbia perché ha avuto coraggio. A queste donne di oggi e di domani non deve mancare il sostegno che tanti hanno già promesso, come il Sindaco di Portici o la senatrice Anna Maria Carloni, ma anche di tutte le donne che si riconoscono nella battaglia che quotidianamente si combatte per il riconoscimento della dignità delle donne, della libertà e del coraggio di sfidare l’omertà. Perché le donne hanno bisogno di simboli vivi, non di martiri da piangere.
Elena Elia
responsabile donne dell’Unione comunale del Partito democratico di Siena