SIENA.La sentenza di Siena del 17 u.s.che ha assolto mio figlio Raffaele dal reato di diffamazione ai danni (finora concretamente inesistenti) dell’arcivescovo pro tempore e del suo economo con poteri gestionali di un enorme patrimonio del tutto inusitati per la loro ampiezza (è emerso dagli atti), è stata giustamente oggetto di Vostra informazione.
Credo che meriti ora più di una riflessione. E’ decisione di primo grado, è chiaro, ed è esposta quindi a possibile correzione in ulteriore sede giudiziaria, ma da quanto è fin qui emerso ufficialmente dal dibattimento (testimonianze, registrazioni ecc.) è comunque fortemente indicativa di una situazione della Chiesa senese forse non giuridicamente rilevante per il giudice laico ma di sicuro assai delicata per l’Autorità ecclesiastica superiore.
Questa però non ha certo bisogno per riflettere delle segnalazioni di un giornalista di provincia, anche perché i fedeli di Siena cominciano ad attivarsi anche nei social network. Per i senesi e per le Autorità laiche con cui abbiamo un rapporto di altro tipo ci sono altri problemi di non poco conto. E uno è urgentissimo.
Si avvicinano la celebrazioni per Santa Caterina che il Club Unesco ha già iniziato (con una conferenza di grande interesse di Alberto Cornice ed altra a seguire il 22 p.v. di Gioachino Chiarini): il governo manda tradizionalmente un rappresentante in piazza del Campo a salutare per la grande occasione della Santa europea quando le autorità laiche ed ecclesiastiche locali celebrano l’evento. Ora, vista la sua prossimità non c’è da chiedersi se non sia da celebrarsi quest’anno con qualche variante?
Per non dire d’altri, come può un sindaco già peraltro non proprio brillante (me lo consenta, e lo ha confermato la graduatoria del “Sole”) fare un discorso generico, del tutto rituale? La sua giunta ha ben tre professori universitari per dotti consigli ma non dovrebbe lui stesso attivarsi per dare qualche ritocco eccezionale alla tradizione?
Molti senesi pensano che sia il caso di preoccuparsene.
Mario Ascheri