"L'ordinanza "antibivacco" non risolverà il problema"
SIENA. L’ordinanza n°70 “anti-bivacco” firmata qualche giorno fa dal sindaco De Mossi non risolverà il problema dei rifugiati pakistani, accampati da tre mesi nel parco giochi di piazzale Biringucci; affrontare il fenomeno della migrazione (che non riguarda soltanto Siena) tentando di “rimuovere” i corpi indesiderati dallo spazio pubblico è anzitutto uno schiaffo alla dignità umana ed una grave violazione delle norme internazionali e costituzionali in materia di accoglienza, ma anche la vana illusione di chi crede di risolvere la questione
voltandosi dall’altra parte.
Le ondate migratorie non iniziano certo oggi, ma molti decenni fa, e non riguardano soltanto la nostra città; negli ultimi due mesi anche a Trento, Ancona, Trieste[1], Milano per citarne alcune si è verificata la stessa situazione in cui decine di persone permangono in strada, in attesa di entrare nel sistema di accoglienza.
Infatti quando una persona straniera entra in Italia ed effettua la richiesta di asilo l’amministrazione deve fornire immediatamente le misure di accoglienza a chi ne fa richiesta, secondo quanto stabilito dal Decreto Legge n°142 del 18 Agosto 2015, dall’articolo 10 della nostra Costituzione, dalla Convenzione sui rifugiati dell’ONU… e se la capienza delle strutture non è sufficiente, si debbono attivare misure per ampliarne la capacità o effettuare trasferimenti in altre città.
A Siena sta accadendo che per ovviare alla presunta carenza di posti nelle strutture di accoglienza, si nega ai rifugiati pakistani di avviare l’iter per la richiesta di asilo, quindi di accedere alle strutture di accoglienza, obbligandoli ad attendere da mesi per strada, senza un riparo, ne’ servizi igienici, senza assistenza sanitaria ne’ possibilità di integrarsi; peraltro osserviamo che da mesi queste necessità basilari sono a ssolte da persone volontarie che forniscono pasti, assistenza infermieristica e legale, e che sarebbe più agevole, efficiente ed economico se si svolgessero nel quadro legale dell’accoglienza gestita dalle istituzioni.
Crediamo che questa ordinanza sia una risposta politica in adeguata, ignorante dei meccanismi delle “catene” e che sia invece possibile una alternativa che mostri il volto solidale della nostra città; l’attaccamento al territorio dei nostri cittadini va al di là di un “decoro” cosmetico, ed è fatto dei significati profondi che costruiamo insieme nelle contrade e nei parchi pubblici, in cui si palesa talvolta una presenza bisognosa d’aiuto.
Sappiamo per certo che le strutture per l’accoglienza ci sono, sul territorio di Siena e dei comuni limitrofi. Ci sono anche le risorse umane, economiche e professionali; la Prefettura in questi anni ha svolto un egregio lavoro di coordinamento con le istituzioni, gli enti del terzo settore, il mondo del volontariato religioso e laico.
Nella convinzione che la collaborazione tra istituzioni e cittadinanza attiva/terzo settore sia fondamentale per un democratico funzionamento di una società, e che sia possibile articolare una risposta politica migliore alla situazione delle persone accampat e fuori Porta San Marco, chiediamo al Comune di Siena, di concerto con la Prefettura, di istituire al più presto un tavolo tecnico di confronto con le associazioni e le realtà locali firmatarie di questa lettera aperta, che da anni svolgono attività di supporto inserite nei fenomeni migratori, e potrebbero pertanto essere di aiuto per:
· individuare le disponibilità di strutture per l’accoglienza, quindi programmare un numero massimo di persone da poter accogliere;
· capire le reali volontà di queste persone circa la loro permanenza sul territorio senese (per molti di loro infatti Siena rappresenta solo una tappa intermedia: una volta avviato l’iter legale, intendono stabilirsi in Europa settentrionale; quindi il sovraffollamento è uno scenario decisamente poco probabile);
· la definizione di progetti di istruzione, formazione ed inserimento lavorativo (stabilite dalle leggi in materia d’accoglienza) per quei richiedenti asilo che manifestano l a volontà di rimanere, tenendo conto tanto delle necessità dei migranti quanto quelle delle attiv
tanto delle necessità dei migranti quanto quelle delle attiviità produttive presenti sul territorio, in modo da tà produttive presenti sul territorio, in modo da trasformare una necessità in opportunità di miglioramento.trasformare una necessità in opportunità di miglioramento.
“Siena ti apre un cuore più grande della porta che stai attraversando”.
Restando in attesa di un Vostro riscontro, porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Refugees Welcome Siena, CRAVOS Siena, Non Una Di Meno Siena, Serperegolo, Mutuo Soccorso Sovicille, Arcigay Siena-Movimento Pansessuale, Potere al Popolo Siena, Corte dei Miracoli, KiriKuci, Rifondazione Comunista Siena, Left Siena, Tertium Datur, CorMagis Siena OdVe privati cittadini tra i quali Filippo Franchi, Michela Vittori, Gaia Costantino, Laura Tondi.
Nelle prossime settimane continueremo a raccogliere adesioni di gruppi e singoli cittadini; per adesioni e informazioni scrivere a: e informazioni scrivere a siena@refugees-welcome.it
Note: [1] https://www.meltingpot.org/2022/07/trieste-la-strategia-per-allontanare-le-persone-migranti-e-le-associazioni-da-piazza-della-liberta/