SIENA. “L’Enoteca Italiana non deve morire” così recita l’appello inviato al Governo Italiano da vari esponenti politici e del mondo vitivinicolo senesi.
Personalmente ritengo che il vero obiettivo da portare avanti con decisione sia : l’Enoteca deve rinascere su nuove e solide basi.
L’Enoteca può ancora svolgere un ruolo di promozione della qualità del vino italiano nel mondo e da Siena al centro di una delle più prestigiose aree vitivinicole ciò risulta quasi una incombenza naturale. L’Enoteca può infatti coniugare compiti di aiuto alla commercializzazione dei prodotti dell’agroalimentare delle realtà agricole minori e comunicazione dei valori tipici dell’italianità del vino, nonché individuare i canali distributivi e i mercati di più immediata penetrazione.
Attualmente tuttavia con queste finalità vi sono troppi Enti in Italia e nella stessa regione Toscana che si sovrappongono con grande dispendio di energie e di risorse anche di denaro pubblico. Oggi c’è bisogno da una parte di chiarire a livello nazionale le competenze di tutti gli organismi che concorrono a sviluppare la politica di promozione del vino italiano, dall’altra di fornire ad ogni realtà strumenti e risorse pubbliche e private adeguate per operare a livello internazionale.
L’Enoteca dopo anni in cui ha avuto una costante e positiva presenza in molti mercati europei e soprattutto extraeuropei, purtroppo negli ultimi anni non ha saputo reagire ad una grave crisi finanziaria. Ciò non significa che siano state compromesse le capacità professionali dei suoi operatori .
Nell’aderire dunque all’appello di sostegno alla continuità dell’attività dell’Enoteca ritengo sia essenziale pretendere dalla politica chiarezza nella politica industriale e di marketing di tutto il settore vinicolo italiano e mettere alcuni punti fermi. Credo che vada precisato che a rinascere debba essere l’Enoteca Italiana, non tanto l’Ente Mostra Vini. Inutile ricordare che Siena avrebbe potuto essere la capitale italiana del vino: le prime mostre mercato si svolsero qui salvo poi seguire logiche poco commerciali e poco redditizie che consentirono a Verona di diventare con il Vinitaly la seconda sede espositiva d’Europa.
Oggi però dobbiamo guardare avanti. In tal senso ho apprezzato le parole delì’on.Cenni quando parla di nuove capacità progettuali, di miglior qualità dei servizi per i produttori e di adeguati investimenti, Per ottenere questo. Oltre ad nuovo quadro normativo a cui accennavo prima, occorre tuttavia da una parte l’inserimento di capacità e figure manageriali vere che sostituiscano logiche di spartizioni o “promozioni” politiche, dall’altra la consapevolezza che i finanziamenti pubblici non possono essere sufficienti e anzi il coinvolgimento del privato possa diventare stimolo per seguire vie più innovative e dinamiche.
Umberto Trezzi – presidente Federmanager Siena