Alla luce delle informazioni giunte da Banca D'Italia e da Abi si chiede anche la riammissione dei titoli coinvolti alla libera negoziazione sui mercati
SIENA. A seguito delle gravissime informazioni rese note in data 09/12/2015 dalla Banca D’Italia e dall’Abi, in cui si conferma che l’intervento del FITD (stoppato da uno standstill della Commissione Europea non formalizzato) avrebbe comportato:
1. la messa in sicurezza delle 4 banche;
2. il non coinvolgimento di azionisti ed obbligazionisti subordinati;
3. un minor esborso per il sistema bancario nel suo complesso.
Invitiamo con cortese veemenza il Presidente del Consiglio ad esperire con decorrenza immediata provvedimenti normativi volti alla correzione del Decreto Legge 183/2015.
Nello specifico, ai sensi dell’art. 47 della Costituzione, invitiamo il premier Matteo Renzi (a cui spesso piace dichiarare che l’Europa non deve essere il nostro mantra) a garantire la tutela ed il risparmio dei cittadini coinvolti nella vicenda, che hanno visto depauperare i propri patrimoni sia per negligenze squisitamente italiane (mancata vigilanza, false comunicazioni al mercato) sia per i soprusi di un’ottusa Commissione Europea, che bastona il nostro Paese e permette agli altri di salvare chiunque in qualsiasi condizione senza oneri per i risparmiatori (non ultimi HSH e banche greche).
Una Commissione Europea vergognosa, che informalmente ha imposto svalutazioni sui crediti coperti da garanzia sino al 25% del valore libro; 8% per quelli non garantiti. Parametri da denuncia, sarebbero fallite tutte le banche.
Si rende noto infine :
1. che provvedimenti di sgravio fiscale ai fini IRPEF, caldeggiati da chi non vuole sborsare denari a nostra tutela, non saranno accettati;
2. che la protesta aumenterà in tutte le sedi legali, penali e civili, con azioni di responsabilità dirette nei confronti di tutti gli attori coinvolti nella vicenda;
3. si invitano tutti i risparmiatori dotati di senso civico a ritirare qualunque forma di deposito dalle 4 nuove banche e lasciare ad esse unicamente i titoli divenuti carta straccia;
4. a tutela della dignità dei risparmiatori coinvolti ed in buona fede verranno presentate immediate denunce/querele nei confronti di chiunque si permetterà di additare le “Vittime del Salva-Banche” come speculatori.
Qualora il provvedimento di risoluzione non possa essere passibile di modifiche o rivisitazioni (ma sappiamo che non è così), chiediamo la riammissione di tutti i titoli coinvolti alla libera negoziazione sui mercati e ad onorare le rispettive scadenze.
Nessuna elemosina.
Vittime del Salva-Banche