PIENZA. Dai mezzi di informazione delle ultime ore, tanto telematici quanto cartacei, si apprende con spiacevole mortificazione che la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, unita “in persona Episcopi” alla Arcidiocesi di Siena, ha ritenuto opportuno diffondere un comunicato riguardante la vita di questa Comunità monastica femminile, nel quale si divulgano non solo informazioni personali riguardanti una istituzione ecclesiastica che, a ragione della sua stessa natura, vive separata dal mondo, ma anche notizie false e distorte che concernono gli aspetti propriamente canonici della vita religiosa delle sue Monache.
La situazione è ben più complessa e articolata rispetto a quella descritta nel comunicato della Diocesi. Questa Comunità monastica è stata accusata di disubbidienza e di resistenza alle disposizioni dei Superiori, mentre essa si è semplicemente rifiutata di dar corso ad un provvedimento che reca grossolane anomalie e vistose criticità di natura giuridica, tali da pregiudicarne la validità e l’efficacia. Per questo motivo il Monastero ha ritenuto doveroso avvalersi delle tutele e delle garanzie del Diritto canonico nelle sedi competenti, ritenendo la comunicazione inoltratagli priva dei requisiti che la renderebbero esecutiva. Non sono quindi le Monache ad essersi rese responsabili della sua «mancata esecuzione», come apoditticamente
afferma il comunicato della Diocesi.
Dinanzi ad una questione prettamente canonica e di competenza esclusiva della Santa Sede, la Diocesi si è distinta per la mancanza della doverosa discrezione – oltre che della auspicabile Carità – necessaria in queste situazioni. Ed è ancor più grave che l’estensore del comunicato abbia voluto
arbitrariamente aggiungere motivazioni che il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha mai menzionato, con grave danno per l’immagine del Monastero e giungendo addirittura a sconsigliare o impedire ai fedeli di sostenerlo con donazioni.
Dinanzi alla pubblicazione del comunicato, si rende pertanto necessaria una pubblica smentita.
Le sopraddette circostanze, aggravate dai toni intimidatori e minacciosi del testo riscontrato, insieme ad un concreto rischio di scandalo pubblico, integrano certamente lesioni dei diritti propri di questa Istituzione ecclesiastica e di ciascuna di noi come consacrate, che ci si riserva
doverosamente di far valere, nei tempi opportuni, nelle sedi competenti.
In quanto Monastero ‘sui iuris’ della Chiesa Cattolica, questa Comunità dipende esclusivamente dalla Santa Sede e, pur assicurando il devoto ossequio ai legittimi Pastori della Chiesa particolare, tutte e singole le Monache di questa Comunità, ritenendosi gravate da quanto impropriamente affermato e divulgato, diffidano la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza ad astenersi da comunicazioni, esternazioni ed azioni che trascendano le materie di propria competenza ed esuberino i margini della propria giurisdizione canonica.
Questa Comunità, infine, pur addolorata per quanto sta accadendo in queste ore ed offrendo al Signore Crocifisso i frutti della propria profonda sofferenza, esprime viva fiducia nell’azione mitigatrice dello Spirito Santo, affinché effonda i Suoi Doni su quanti sono coinvolti in questa vicenda; allo stesso modo ricorda nella preghiera per il Cardinale Arcivescovo, rinnovando la propria filiale devozione ed ubbidienza al Santo Padre Francesco confidando che presto possa risolversi questa incresciosa situazione, possa ricomporsi un clima di serenità e ristabilirsi la giustizia.
Madre Diletta Forti, OSB, Abbadessa del Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo e la Comunità Monastica