SIENA. Spettabile Redazione del Cittadinoonline,
Bene ha fatto l’avvocato Mussari a querelare chi ha cosparso la città di Siena di scritte che gli danno del ladro, come ho visto nella foto apparsa ieri.
Quel gesto ha il sapore di una faida strapaesana, un gesto da bulletti, che contrasta nettamente con la visione di Siena, come appare a chi vi si reca in visita; un gesto che dà la misura del vallo tra le splendide pietre di una delle città più rimarcabili del mondo e la qualità del pensiero di una percentuale dei suoi abitanti.
Un gesto strapaesano (e anche realizzato un po’ rozzamente, pare) che non ha alcun merito, nemmeno quello di lavare il danno che è stato fatto a un’attività di vasto e brillante profilo, evidentemente incompreso (il danno) e incompresa (l’attività) da tutti quelli che vi hanno avuto a che fare. Inclusi quelli (chi?) che l’hanno ridotta quale essa è oggi.
Si dà del ladro a chi ruba e, se questi bischeri volevano dire che il sacco della nota banca è avvenuto ad opera di ladri – ribadisco – si meritano un sano castigo, proporzionato alla gravità del reato commesso; come, del resto, si merita una pena altrettanto proporzionata chi ha ridotto la nota banca in ginocchio e alla mercé della speculazione mondiale. E con la banca anche il destino di Siena e delle sue terre, e non da ultimo di chi ha creduto nella capacità e nell’amor proprio e nel rigore e, soprattutto, nell’intelligenza di tutti quelli che l’hanno gestita.
L’istituto è caduto al livello attuale, non vittima di ladri o similari, ma massacrato dalla mancanza di capacità gestionali, dalle ingerenze della politica, dall’assenza di intelligenza, dall’arroganza di chi ha pensato, e magari pensa, che correntisti e clienti siano un vero e proprio parco di animali da condurre qua e là dove fa più comodo, da spremere e mollare quando serve l’una o l’altra cosa.
Rubare non c’entra affatto: si dà del ladro a chi ruba, un’auto o i gioielli della signora Maria; non si può ricorre a quell’epiteto, attribuendolo così a caso, quando il danno a Siena e alla sua banca è potuto accadere a causa dell’arroganza degli uomini che l’hanno prodotto e consentito. L’arroganza dei vanitosi convinti di essere dei geni.
Questa, s’intende, è l’opinione mia personale.
Un correntista addolorato