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SIENA. In occasione della canonizzazione del Beato Bernardo Tolomei, l’arcivescovo, monsignor Antonio Buoncristiani, rivolge un accorato messaggio alla città e alla Diocesi:
“Questa Domenica, 26 aprile, con un pellegrinaggio diocesano, parteciperemo a Roma in piazza San Pietro, alla solenne Canonizzazione del Beato Bernardo Tolomei [1272-1348] singolarmente legato a Siena non solo per la nascita da una delle famiglie più importanti, quanto per essere stato la vittima più illustre della "peste nera" del 1348 che ridusse la nostra Città da 50.000 a neppure 15.000 abitanti, segnando l’inizio del lento ma progressivo decadimento dello Stato Senese conclusosi nel 1554 con l’annessione al Granducato fiorentino.Il comune lettore potrebbe trovare difficoltà nel distinguere tra "beati" e "santi" e nel comprendere cosa possa significare una "canonizzazione" a distanza di 661 anni, perciò è opportuno spiegarlo sinteticamente.La connotazione di "beati" e di "santi" indica senza differenze la considerazione della Chiesa che ritiene, con questi titoli, di poter porre come modelli di vita e come intercessori presso Dio delle persone che a conclusione della loro vita umana sono ora nella contemplazione dell’Amore di Dio per sempre.
Nei primi secoli del cristianesimo non esisteva alcun procedimento di canonizzazione, dato che gli unici santi venerati, fatta eccezione per la Madonna, Giovanni Battista e gli Apostoli, erano solo i Martiri. E’ a partire dal pontificato di Gregorio VII (1073-1085) che cominciò a maturare la convinzione che, in ultima istanza, spettasse solo al romano pontefice il riconoscimento della santità dei servi di Dio, e fu solo nel XII sec. che si giunse a precisarne le modalità.Fu proprio il senese Alessandro III (1159-1181) a ricordare all’episcopato cattolico il ruolo della Santa Sede nelle canonizzazioni. In seguito alla Riforma Protestante e in attuazione del Concilio di Trento, il Papa Sisto V, affidò il compito di tali "processi canonici" all’appena costituita Congregazione dei Riti (1588), ma fu solo con il pontificato di Urbano VIII (1623-1644) che si strutturò un’adeguata normativa che portò ad una netta distinzione tra Santi e Beati.
In tal senso venne stabilito che la "Canonizzazione" è un atto o sentenza definitiva, con la quale il Santo Padre decreta che un Servo di Dio, già annoverato tra i Beati, venga iscritto nel catalogo dei Santi e si veneri nella Chiesa universale con il culto loro dovuto. Nella "Beatificazione" la venerazione è limitata ad una città, diocesi, regione o famiglia religiosa. Per i Servi di Dio già oggetto di un culto secolare prima del 1634 venne fatta successivamente una beatificazione "equipollente" con un decreto pontificio che ne attestava il culto immemorabile e la eroicità delle virtù o il martirio. Tali notizie storiche ci fanno comprendere l’importanza della Canonizzazione del B. Bernardo Tolomei anche a distanza di tanti secoli.
Non si tratta dunque di una dichiarazione di una santità già riconosciuta, ma di un culto particolare di Siena e dei Monaci Olivetani che viene ora esteso a tutta la Chiesa, a conclusione della dichiarazione dell’"eroicità delle sue virtù" avvenuta nel 1768 e con un più recente "miracolo" attribuito alla sua intercessione e riconosciuto come tale dalla Congregazione per le Cause dei Santi nel 2008.Assieme a Caterina e a Bernardino, egli viene così inserito tra i Santi della Chiesa universale e ciò, oltre a procurarci una particolare lodevole soddisfazione di patria, deve esserci di sprone per la continuità della testimonianza di quei valori che hanno illuminato la sua vita e che possono aiutarci a percorrere anche la nostra”.
Antonio Buoncristiani, arcivescovo