SIENA. "In occasione di una giornata dedicata all'AIL, un illustre Professore ematologo dichiarò in televisione che oggi le terapie sono uguali dappertutto da Milano a Canicattì e quindi ci si può curare tranquillamente senza spostarsi da casa.
Nel mio caso non è così.
Purtroppo da tre anni ho avuto bisogno, e ne avrei ancora, del Centro Ematologia e Trapianti di Siena, che da dove vivo io è raggiungibile in un tempo accettabile: 30/40 minuti. Dopo una diagnosi sommaria, ma indovinata, del mio Medico di base, giungo nel suddetto Centro molto confusa, ansiosa, preoccupata… Il reparto dispone di uno staff medico ed infiermeristico eccezionali: cordiali, disponibili, umani e, logicamente la cosa più essenziale, molto preparati e molto competenti. Questo ambiente riesce a darmi una serenità così totale da affrontare le terapie a cuor leggero e riponendo in tutti una cieca fiducia, ottengo ottimi risultati. Sono felice!!! La malattia è in remissione completa, mi sono curata a due passi da casa senza grossi problemi, va tutto benissimo…
Troppo presto per dire benissimo, perchè sorge un altro problema: per ottenere una guarigione completa c'è bisogno di un trapianto con le mie stesse cellule staminali, e qui viene il bello!… Per il mio specifico caso, sono portatrice di infezione virale, manca un contenitore apposito dove conservare le mie cellule separate da quelle di altri pazienti: si è rotto. Da tempo ne è stato richiesto uno nuovo e, nonostante i ripetuti solleciti, non hanno ancora visto niente…
A questo punto tutto il personale con in prima persona il Primario, si mobilita riuscendo ad ottenere " in prestito " un contenitore da un' altra struttura sanitaria.
Risolto questo problema ne sorge un altro. Sempre per il mio specifico caso, poichè dovranno essere utilizzate cellule staminali raccolte dal midollo, è necessario utilizzare un particolare separatore cellulare che la struttura ha richiesto da molto tempo, ma i dovuti appelli e solleciti sono caduti nel nulla.
Mi viene in mente un detto delle mie parti che recita così: "Se avessi olio, pentolino e sale farei il panecotto, se avessi il pane!"
A questo punto mi rendo conto che questi operatori della nostra salute non possono svolgere la loro attività appieno. Mi chiedo: perchè limitare le possibilità di persone altamente qualificate per mancanza di mezzi? ciò non permette loro di crescere, migliorare, allinearsi ai migliori centri, le capacità e la professionalità esistono perchè tarpare loro le ali? Siena è un centro che copre una vasta zona, perchè limitarlo?
Morale della favola, se voglio guarire devo rivolgermi ad un'altra struttura: questa però non dista trenta minuti da casa, ma come minimo un paio d'ore. Ciò procura molti problemi sia a me che ai mie familiari. Innanzi tutto devo iniziare daccapo: conoscere l'ambiente, conoscere gli Operatori, acquistare fiducia, inserirmi in questo nuovo ambiente: sono nuovamente in confusione come tre anni fa, spero di riacquistare presto la serenità che ho avuto fino a pochi giorni indietro!… Ma la cosa che mi turba più profondamente è dovermi spostare "così lontano da casa" ( e per me lo è!) con conseguente disagio per me e per i miei familiari.
Riallacciandomi al discorso iniziale, allora non è vero che ci si può curare "a casa"!. Faccio appello a chi di competenza, affinchè in futuro malati come me non debbano unire al Calvario della malattia la Croce del disagio.
Un immenso grazie di vero cuore a tutto il reparto del Centro Ematologia e Trapianti di Siena".
Teresa Silvana