Per Enzo Martinelli i risultati sono deludenti

SIENA. Secondo quanto riferisce la segretaria provinciale della CGIL, in questi ultimi mesi il comprensorio senese avrebbe perso circa 1.200 posti di lavoro. Un dato molto negativo sia in termini assoluti sia in rapporto ad un contesto nazionale che da un paio d’anni ha visto crescere il numero dei soggetti occupati, anche se spesso in forme parziali, precarie e scarsamente remunerate. A Siena l’unica cosa che le cronache indicano in crescita sono i “tavoli di concertazione”, “i protocolli d’intesa”, “i patti” tra la miriade di soggetti pubblici, privati o pseudo privati che governano la vita comunitaria.
La vita dei cittadini è oggi disciplinata dalle norme poste dallo Stato centrale e dalle sue articolazioni periferiche Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni, che a loro volta hanno dato vita a Comunità montane, Unione di Comuni, Ambiti funzionali, Aziende, Consorzi, Enti, Società partecipate, Fondazioni, il cui alto costo di mantenimento grava sulle finanze pubbliche. Ogni istituzione amplia gli appesantimenti burocratici e pone nuove regole e tasse nel proprio ambito di competenza. A loro volta i cittadini difendono i loro interessi e diritti con i cosiddetti “gruppi intermedi”, mantenendo in vita ulteriori le costose burocrazie organizzative di una pluralità di sindacati, corporazioni, associazioni comprese quelle del volontario; solo queste ultime, con grande merito, integrano e sostengono gratuitamente le attività pubbliche.
Tutti gli altri costosi apparati rendono complessivamente scarsa la “produttività” del sistema economico che in Italia da un ventennio non cresce, soprattutto nelle aree dove l’industria manifatturiera è latitante e l’occupazione è sostenuta prevalentemente dal pubblico impiego (come a Siena). Mentre i tempi e la società civile richiedono celerità, snellimento normativo e semplificazione amministrativa, sono aumentati la frammentazione gestionale, i contrasti di competenze, il contenzioso paralizzante, fenomeni che ostacolano e rallentano coloro che intraprendono attività economiche e complicano la vita dei membri della comunità.
In siffatto critico contesto, sotto la Torre del Mangia sono in molti a spendersi “per fare rete”, ovvero per unire i tanti soggetti presenti nel territorio nel tentativo di affrontare e “superare la crisi”. E dunque via a tavoli, patti, concertazioni che finora hanno impegnato e pubblicizzato gli addetti ai lavori e nascosto profonde divergenze politiche. Sul piano pratico al momento non hanno ottenuto significativi risultati visti gli esiti riferiti dalla CGIL.
Si continui pure in futuro a tessere “la rete”, ma si tenga conto che il sistema democratico (che pone a suo fondamento la solidale coesione sociale) funziona quando chi governa assume le proprie responsabilità con chiare proposte e scelte manifestate nelle sedi istituzionali e quando, con pari responsabilità, le opposizioni approvano, emendano o respingono le decisioni della maggioranza, offrendo ai cittadini trasparenza nella reale gestione della cosa pubblica. Altre scorciatoie spesso alimentano confusione e rovine, come a Siena è già successo in anni non lontani.
Enzo Martinelli