TORRITA DI SIENA. Il sottoscritto Grassini Fabio, partendo dal presupposto che il Comune per quanto riguarda alcuni aspetti si è interessato alle problematiche riguardanti la situazione della mia famiglia, sottolineo però che il grosso degli aiuti è iniziato tramite l’impegno dell’ex sindaco Paolo Pieranni, che ancora oggi desidero ringraziare.
Gli aiuti sono continuati per alcuni aspetti anche durante l’attuale amministrazione che ugualmente ringrazio. Quando nel 2007 ebbi il primo incontro con l’attuale sindaco, il quale sapeva già della decisione della banca, la quale banca stava intraprendendo un’azione legale contro la mia famiglia, già allora per quanto riguarda l’alloggio mi era stato detto dal sindaco che il comune non poteva fare niente perché non aveva i mezzi.
Dal 2007 al dicembre 2008 si è verificato tutto un susseguirsi di comunicazioni da parte della banca attraverso il proprio legale, le quali comunicazioni hanno contribuito ad aggravare le già precarie condizioni di salute della mia mamma. A questo punto ho deciso, concorde con gli avvocati che stanno seguendo e hanno preso a cuore questa situazione, di riprovare ad interessare il sindaco, visto che le sopraccitate continue comunicazioni, accompagnate da varie visite dell’ufficiale giudiziario, mettevano a dura prova la tenuta del già precario stato di salute della mia famiglia.
L’incontro con il sindaco iniziò con l’esordio da parte dello stesso: “Io poco conosco la situazione dello sfratto”, però si concluse con il sindaco che si impegnò a dare risposte concrete al legale della banca entro la metà di gennaio del 2009.
Ritornando poi dal sindaco a metà gennaio come da accordi, insieme al mio avvocato, ci siamo sentiti rispondere che purtroppo si era verificato una caso più grave del nostro da risolvere.
A questo punto ho voluto chiedere l’intervento di Giovanni Di Stasio, sia in qualità di amico e sia per il fatto che anche in altri casi analoghi lui si è sempre e seriamente interessato, a prescindere dalla sua appartenenza politica. Anche nel mio caso, il Di Stasio si è immediatamente attivato con la stampa per rendere nota la mia vicenda affinché si potesse trovare a breve una soluzione definitiva del problema, visto che sia mia mamma che mio fratello risentono negativamente questa situazione e ne pagano le conseguenze sulla propria pelle.
Questa lettera, oltre ad essere chiarificatrice di tutti i passaggi di questa odissea, è anche lo sfogo di un figlio e un fratello per il quale l’unico intento è quello di veder risolto il problema.
Nell’occasione ringrazio tutti quelli che fino ad oggi si sono fatti carico e anche quelli che si faranno carico in seguito, ognuno per la propria posizione ed il proprio ruolo, alla risoluzione definitiva di questo dramma.
Gli aiuti sono continuati per alcuni aspetti anche durante l’attuale amministrazione che ugualmente ringrazio. Quando nel 2007 ebbi il primo incontro con l’attuale sindaco, il quale sapeva già della decisione della banca, la quale banca stava intraprendendo un’azione legale contro la mia famiglia, già allora per quanto riguarda l’alloggio mi era stato detto dal sindaco che il comune non poteva fare niente perché non aveva i mezzi.
Dal 2007 al dicembre 2008 si è verificato tutto un susseguirsi di comunicazioni da parte della banca attraverso il proprio legale, le quali comunicazioni hanno contribuito ad aggravare le già precarie condizioni di salute della mia mamma. A questo punto ho deciso, concorde con gli avvocati che stanno seguendo e hanno preso a cuore questa situazione, di riprovare ad interessare il sindaco, visto che le sopraccitate continue comunicazioni, accompagnate da varie visite dell’ufficiale giudiziario, mettevano a dura prova la tenuta del già precario stato di salute della mia famiglia.
L’incontro con il sindaco iniziò con l’esordio da parte dello stesso: “Io poco conosco la situazione dello sfratto”, però si concluse con il sindaco che si impegnò a dare risposte concrete al legale della banca entro la metà di gennaio del 2009.
Ritornando poi dal sindaco a metà gennaio come da accordi, insieme al mio avvocato, ci siamo sentiti rispondere che purtroppo si era verificato una caso più grave del nostro da risolvere.
A questo punto ho voluto chiedere l’intervento di Giovanni Di Stasio, sia in qualità di amico e sia per il fatto che anche in altri casi analoghi lui si è sempre e seriamente interessato, a prescindere dalla sua appartenenza politica. Anche nel mio caso, il Di Stasio si è immediatamente attivato con la stampa per rendere nota la mia vicenda affinché si potesse trovare a breve una soluzione definitiva del problema, visto che sia mia mamma che mio fratello risentono negativamente questa situazione e ne pagano le conseguenze sulla propria pelle.
Questa lettera, oltre ad essere chiarificatrice di tutti i passaggi di questa odissea, è anche lo sfogo di un figlio e un fratello per il quale l’unico intento è quello di veder risolto il problema.
Nell’occasione ringrazio tutti quelli che fino ad oggi si sono fatti carico e anche quelli che si faranno carico in seguito, ognuno per la propria posizione ed il proprio ruolo, alla risoluzione definitiva di questo dramma.
Fabio Grassini