"Ecco perché la destra (Salvini, Renzi, Berlusconi, Meloni, Draghi e civismo vario) ha praticamente “cancellato” la riforma Bonafede"
di Mauro Aurigi
SIENA. Mi meraviglia che in tutto questo agitarsi della politica attorno al problema della riforma della giustizia non venga mai citato un dato di fatto. Mi riferisco al fenomeno della percentuale dei colletti bianchi sul totale degli ospiti delle nostre patrie galere. Pare che il sottoscritto sia l’unico a preoccuparsene e a sospettare che dietro vi sia un disegno sciagurato.
Dico questo perché ogni tanto leggo che nel nostro corrottissimo Paese la percentuale dei colletti bianchi sulla popolazione carceraria si aggira sul 2% (ma ho recentemente letto addirittura 0,47%). In Germania invece, che pure ha – diciamolo! – una più diffusa e spontanea onestà morale, quella percentuale è del 20%. Allora lo si vuol capire o no che i MIGLIORI di cui sopra stanno portando avanti una battaglia senza esclusione di colpi per “castrare” la riforma affinché quella percentuale rimanga da noi così bassa, tanto da significare che ai colletti bianchi è garantita la quasi certezza dell’impunità? Lo vogliamo o no dire agli Italiani che quanto a giustizia siamo rimasti fermi al feudalesimo? E che noi “normali” siamo tutti esposti a quei rischi giudiziari che invece poco o niente preoccupano quelli della “classe dirigente”(almeno fino a quando quel 2% resterà tale).
Per spiegare meglio quale sia la realtà, basti pensare al costante ricorso che, nella dialettica politica, si fa in Italia a quella locuzione “la classe dirigente” (sic!). Infatti una democrazia vera non potrebbe tollerare l’esistenza da una parte di una ristretta classe di intoccabili che, in sostanziale regime di impunità, comanda (e spende i nostri soldi), e dall’altra una gran massa di popolo … ma che dico popolo: è una plebe! che invece può solo ubbidire.
Ecco cosa si legge sui dati rilevati dal prestigioso incontro di esperti che annualmente si tiene a Davos in Svizzera: “La nostra giustizia si colloca vergognosamente al 130° posto su 141 Paesi censiti per capacità di «risolvere le controversie». L’altro parametro, cioè l’efficienza del sistema legale in caso di contestazioni sulla normativa, è di equivalente debolezza: 126° posto nel mondo. Siamo dietro a paesi dittatoriali e anarcoidi del Terzo Mondo” (da Italia Oggi del 27.6.2020)
Mala tempora currunt: in Italia il fascismo non è nato con Mussolini né è morto con lui.