Il sindaco di Monteroni contestava il metodo
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SIENA. Come capita sempre più spesso quando si discute di federalismo fiscale, eccoci, per l’ennesima volta, di fronte ad un caso emblematico: un Sindaco che, grazie ai dettami scritti nel Decreto Legislativo sul federalismo fiscale municipale, porta a casa ben 1 milione e 300 mila euro per i propri cittadini, salvo, però, dare addosso al federalismo. Un paradosso, se ci pensiamo. Già, perché a leggere il comunicato inviato alla stampa dal Sindaco di Monteroni d’Arbia (si veda a tal proposito l’indirizzo Internet <www.comune.monteronidarbia.si.it/cms/ufficiostampa_det.php?id_news=1395 ) si resta alquanto disorientati.
Il punto, ovvero ciò che conta in quello che è avvenuto a Monteroni d’Arbia la scorsa settimana, e che il Sindaco Armini forse – volontariamente – non intende ammettere, è che è proprio grazie al federalismo fiscale, che si sta realizzando concretamente con i Decreti attuativi approntati dal Governo (in particolare dalla Lega Nord), che è stata data la possibilità a Lui ed alla Sua amministrazione di introitare, nelle casse comunali, una cifra ragguardevole (1 milione e 300 mila euro). Inoltre, bisogna anche ricordare al Sindaco Armini che il cosiddetto Fondo di riequilibrio (più precisamente Fondo sperimentale di riequilibrio), previsto espressamente dall’articolo 2 comma 3 del Decreto Legislativo n. 23 del 2011, è stato creato affinché la devoluzione della fiscalità immobiliare ai Comuni – che è quanto si produce con una parte del fisco municipale – avvenga in maniera equilibrata per i diversi territori. Ma soprattutto, dobbiamo ricordare che tale fondo è alimentato da tasse proprie (imposta di registro e bollo sugli affitti, imposta sul reddito delle persone fisiche IRPEF, relativamente ai redditi fondiari, ad esclusione del reddito agrario, cedolare secca sugli affitti, ecc.), provenienti dall’applicazione della cosiddetta devoluzione immobiliare al Comune, non essendo invece “frutto di finanza derivata esattamente come prima”, come dichiarato erroneamente dal Sindaco. Perché si tratta di tasse che vengono pagate dai cittadini di Monteroni d’Arbia e che, per la prima volta, restano in quel territorio.
È questa la grande rivoluzione che, finalmente, anche il nostro Paese sta – lentamente – assaporando. Ed è inutile cercare di confondere le carte giocando con le parole. I termini hanno un significato ed un senso ben preciso. Il federalismo, infatti, rappresenta un’idea di Stato ben precisa. Uno Stato diverso, modellato sui princìpi dell’autogoverno dei territori e della libertà dei cittadini. Non può essere utilizzato per far passare nell’opinione pubblica azioni politico-amministrative che nulla hanno a che vedere con un vero sistema federale (vedi azioni volte al decentramento amministrativo e/o al regionalismo ecc.).
Certamente, prima di vedere gli effetti concreti e i benefici che la realizzazione del federalismo fiscale porterà passerà ancora un po’ di tempo. Una rivoluzione così importante, epocale se vogliamo, necessita di tempi tecnici per la sua entrata a regime. Ciò non toglie che, finalmente e per la prima volta, si tocca con mano la concretizzazione del principio sacrosanto del federalismo fiscale che vuole che le tasse restano là dove sono prodotte (principio dell’autonomia fiscale). Solo così si potrà, davvero, raggiungere quella responsabilizzazione della classe politica – in ogni livello di governo – che tutti, indistintamente, auspicano.
Ecco perché è del tutto evidente che queste analisi sono ancor più giuste e attuali proprio in questi giorni, nella ricorrenza del decennale della morte del Prof. Gianfranco Miglio, colui che – senza ombra di dubbio – può davvero essere definito un vero federalista grazie alle idee che portò avanti in tutta la sua vita. Idee e battaglie che, oggi, solo la Lega Nord può onorarsi di portare avanti.
Lega Nord Toscana – Segreteria provinciale di Siena