Mauro Aurigi suggerisce come uscirne

di Mauro Aurigi
SIENA. Noi Italiani ci illudiamo di vivere in un paese democratico solo perché ogni 5 anni ci vengono concessi un paio di minuti di “democrazia”, giusto il tempo di mettere una croce in una scheda elettorale accanto al nome di candidati i quali, per giunta, sono scelti dai partiti politici o, peggio, dai capi di quei partiti. Dopo di ché, in dispregio della nostra Costituzione, finisce ogni partecipazione del popolo “sovrano” alla vita democratica fino al quinquennio successivo, quando la scena si ripeterà pari pari. E’ chiaro che, quanto a democrazia, ci stiamo o, meglio, ci stanno prendendo per i fondelli almeno da 70 anni.
LA FARSA DEI PROGRAMMI ELETTORALI
Ma non basta: c’è di più che spiega quanto ipocrita e grottesca sia la “democrazia all’italiana”. Prendiamo per esempio un governo (e la maggioranza che lo sostiene) che abbia conquistato la poltrona del potere, locale o nazionale che sia. Se cinque anni dopo andiamo a vedere quanto sia stato realizzato del roboante programma su cui quel governo si fece eleggere 5 anni prima, scopriremmo con stupore che si tratterebbe sì e no del 20%. E se indagassimo ancora scopriremmo che circa l’80% della sua azione politica è stato dedicato a iniziative che nulla avevano a che fare, sen non addirittura erano l’opposto, di quel programma elettorale. Non ci sarebbe nulla di male, perché l’azione di governo deve spesso deviare, per evenienze esterne e non previste, da quel programma, ma a una sola condizione: che la “deviazione” venga prima sottoposta al referendum degli elettori, oppure che si vada a nuove elezioni. Ma questo non avviene mai, per cui viviamo in un regime sostanzialmente tirannico e, peggio, mascherato da democratico.
Potremmo anche infischiarcene, come quasi tutti fanno, se non fosse che dai livelli di democrazia adottati dipendono anche i livelli di libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà ecc., nonché la prosperità economica del popolo, da cui dipendono cultura, arti e scienze. Basta un’occhiata alla geo-politica planetaria per capire che questa è una regola senza eccezioni.
Insomma in Italia il fascismo non è nato con Mussolini né è morto con lui.
COME USCIRNE?
Intanto potremmo cominciare a lottare per:
- Diritto totale al referendum popolare senza quorum (il quorum impone che si consideri l’astensione dal voto come voto negativo, cosa che può consentire alla “casta” di rendere nulli la gran parte dei referendum), referendum che comunque dovrà essere a 360°: legislativo, abrogativo e propositivo (altrimenti che fine fa il “popolo sovrano”?). Per evitare un uso spregiudicato si può sempre agire sul numero minimo dei sottoscrittori del quesito referendario.
- Elezioni primarie per la scelta dei candidati alle elezioni per le assemblee elettive (nazionali e locali) affinché, come prevede la nostra Costituzione (art. 67), gli eletti siano espressione del popolo, a cui solo devono rispondere, e non espressione dei partiti o, peggio, dei loro leader (termine che è la traduzione letterale del tedesco führer e dell’italiano duce).
- Forti autonomie ai territori.
E poi restare a vedere l’effetto che fa. Non sarebbe il caso che si cominciasse a pensarci?
Auguri a tutti (pandemia permettendo).