RAPOLANO TERME. La Corte dei Conti mette alle strette il comune di Rapolano Terme. Proprio così, la corte dei conti ha preso la mira e colpito nel segno, il comune di Rapolano non sarebbe in regola con i propri conti, e ora ha a disposizione non più anni ma solo due mesi per mettersi in regola, vale a dire per ripulire il bilancio dalle proprie irregolarità, per giustificare in maniera corretta entrate e uscite, per chiarire o meglio per riconoscere i debiti fuori bilancio che risulterebbero essere pari a euro cinquecentocinquantaduemile e ottocentoottantatrè ( 552.883,57.
Già, chissà come sono maturati questi debiti, forse, anzi sono quasi una mia certezza, hanno cominciato il proprio percorso quando ancora esisteva il Monte dei Paschi di SIENA, ma l’allegra gestione della cosa pubblica oggi non è più possibile, oggi non esiste più quel bel paracadute che proprio gli amministratori della nostra provincia hanno stracciato e buttato via.
Ora dovranno essere date le giuste risposte, i conti dovranno rappresentare una certezza, e gli incapaci dovranno tornare a fare quello che meglio sanno fare sempre ammesso siano capaci di fare qualche cosa, ma di certo non gli amministratori della cosa pubblica.
Leggendo il dispositivo della Corte dei Conti, si capisce molto bene che tutta la gestione finanziaria e amministrativa del comune è piena di errori, di pasticci e d’incongruenze dettate da incapacità, vorrei sperare di poter evitare la malafede, ma sarà il comune che ci toglierà questo dubbio dando le risposte che, la Corte dei Conti ha chiesto entro sessanta giorni, staremo attenti, leggeremo e valuteremo, ma soprattutto informeremo i cittadini residenti di quanto siano state poco vere le promesse dei loro politici.
Il Comune di Rapolano attraversa una crisi come mai ha passato,ch e forse gli amministratori attuali non saranno in grado di affrontare e risolvere, e di sicuro gli risponderanno che non è colpa di loro, ma di quelli di prima, che per puro caso appartenevano allo stesso partito.
Evviva, chi conquista il potere acquisisce anche quello di poter sbagliare senza nulla pagare, così i costi saranno ripartiti ancora tra i cittadini che continueranno a tirare la cinghia e a pagare per colpe che non hanno se non quella di non aver saputo scegliere uomini migliori.
Massimo Mori