Lettera aperta al presidente Giani e ad altre istituzioni regionali e politiche. "Misura iniqua e che non tocca i redditi alti"
SIENA. In relazione all’ipotesi di aumento dell’imposizione IRPEF per ripianare il deficit di bilancio della sanità toscana, l’Intersindacale Toscana dei Medici, Veterinari e Dirigenti Sanitari SSN, pur riconoscendo l’impegno della regione sulla sostenibilità del sistema sanitario pubblico, esprime piena contrarietà alla soluzione proposta, peraltro attuata con una progressività incomprensibile e che risparmia i redditi realmente alti. In un contesto nazionale che presenta un’evasione fiscale quantificata in 100 miliardi di euro l’anno, ricorrere ad uno strumento che vessa ulteriormente i soliti noti contribuenti che già sostengono con il loro stipendio la gran parte del gettito fiscale e che – nel contesto specifico – sequestra anche gran parte degli aumenti previsti dai recenti rinnovi contrattuali del personale sanitario, già di per sè inadeguati e ancora non riscossi.
Questa manovra contribuirà all’ulteriore disaffezione dei professionisti e favorirà ulteriormente la loro fuga dal Servizio Sanitario Nazionale. Non ci sfugge e ci preoccupa molto il fatto di essere di fronte ad un attacco alla sanità pubblica, con un livello di finanziamento di circa 30 miliardi in meno rispetto alla media OCSE e addirittura 80 miliardi meno di Germania e Francia. Questi sono i motivi per cui abbiamo intrapreso una serie di scioperi articolati che continueremo a tutti i livelli (locale – regionale – nazionale) fino a quando il SSN, conquista inestimabile del nostro Paese, non sarà messo in sicurezza. E tuttavia, siamo certi che vi siano altri strumenti per gestire meglio le criticità economiche: a tal proposito chiediamo l’apertura immediata di un confronto regionale – da concludersi entro specifiche scadenze – al fine di:
- Razionalizzare la rete ospedaliera: non possiamo più permetterci di tenere aperti, nell’attuale
configurazione, alcuni ospedali che non garantiscono efficacia ed efficienza delle cure,
esponendo il cittadino e gli operatori a un rischio clinico inaccettabile.
- Dare una vocazione agli ospedali di prossimità che non possono fare tutto ma possono
specializzarsi su poche linee assistenziali per dare un contributo allo smaltimento delle liste di
attesa e risparmiare al contempo risorse.
- Governare il territorio al fine di evitare che un numero impressionante di cittadini si rivolga
impropriamente al pronto soccorso per codici a bassa priorità, con spreco di risorse e completa
esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria.
- Predisporre un piano di verifica dell’appropriatezza prescrittiva delle richieste di prestazioni in
tutte le classi di priorità e non solo per quelle urgenti e differite
- Effettuare una ricognizione della reale consistenza dell’apparato amministrativo nelle ASL e
nelle Aziende Miste (ivi compreso il personale amministrativo universitario che percepisce indennità assistenziali), al fine di effettuare una verifica delle funzioni dei profili dirigenziali e valutare una possibile diversa allocazione di tale personale, nell’obiettivo di sollevare in parte il personale sanitario dal carico di lavoro burocratico che eÌ diventato insostenibile
- Avviare con decisione un piano di digitalizzazione, adeguando i programmi gestionali ed armonizzandoli alle necessità degli operatori, assicurando anche l’assistenza di prossimità
Intersindacale della Dirigenza Medica, Sanitaria e Veterinaria Toscana
- Predisporre una programmazione regionale che consenta di gestire la cronicità evolutiva ad esito infausto evitando che questi malati convergano universalmente sulle strutture ospedaliere.
- Affrontare il problema della formazione specialistica post-laurea, in un contesto che vede il 40% dei contratti di formazione specialistica non assegnati a livello regionale ed in discipline essenziali per l’assistenza
- Razionalizzare l’acquisizione dei dispositivi e dell’alta tecnologia che non deve essere lasciata alle velleità politiche territoriali o dei singoli professionisti, ma deve essere garantita da un progetto di governo clinico regionale efficiente e sostenibile. A tal proposito é inutile e fonte di ulteriori sprechi acquisire coi fondi PNRR ulteriori macchinari se poi non si assume il personale necessario a gestirli
- Riconoscere gli emolumenti economici previsti da norme di legge (art. 11 del D.L. Calabria) agli operatori sanitari toscani che sono tra i meno retribuiti di tutto il Paese. Un divario che eÌ destinato a crescere per tutti gli operatori sanitari che però consentono a questa regione di essere ai primi posti in tutte le classifiche nazionali relative agli esiti assistenziali.
Vi é la necessità che la politica abbia il coraggio di affrontare i nodi strutturali della sanità, evitando provvedimenti estemporanei e di efficacia limitata nel tempo e di speculare per motivazioni di basso profilo a danno della cittadinanza e degli operatori.
Concludiamo chiedendo a tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione un impegno di responsabilità leale e reciproco ed una presa di posizione chiara a favore del Servizio Sanitario Nazionale e che pertanto tutti si adoperino per superare la grave congiuntura che stiamo vivendo, prima che sia troppo tardi.Perché se la Salute non ha prezzo, la Sanità non ha colore.