Siena vive da qualche anno un periodo perturbato nelle due grandi istituzioni che l’hanno resa celebre e famosa.
Il dibattito è aperto e suscita notevole preoccupazione sulle due fondamentali istituzioni cittadine.
In tempi di vacche magre ci si pone il quesito se ciò che è stato fatto abbia oggi un riscontro negativo.
La Fondazione, come principale azionista della banca, ha in tempi difficili una maggiore responsabilità.
Se la banca non fa utili la fondazione non riesce ad assolvere la sua missione nei confronti del territorio, un territorio che per anni e anni ha visto l’intervento benefico della nostra istituzione.
Oggi questo intervento si sta riducendo e le conseguenze si faranno presto sentire.
Si calcola che negli ultimi dieci anni dalle casse della fondazione siano stati impegnati fra Siena e Grosseto almeno 2000 miliardi di vecchie lire e molti di questi denari, in tempi di vacche grasse, sono stati utilizzati senza far crescere vera ricchezza.
Oggi ci si domanda, alla luce degli ultimi sviluppi, se la “mission” della fondazione è stata in parte tradita.
La fondazione, in certi casi, è diventata imprenditrice e i progetti propri in varie occasioni rappresentano un ostacolo alla sua stessa vera vocazione .
C’è da rimboccarsi le maniche e provvedere con grande oculatezza al salvataggio di imprese che, perdurando l’attuale situazione economica, possono portare a uno squilibrio veramente dannoso nei conti di palazzo Sansedoni .
D’ora in avanti gli investimenti devono portare ad una sicura redditività perché è evidente a tutti che un nuovo aumento di capitale della banca darebbe un colpo mortale alla più importante istituzione senese: la Fondazione del Monte.
Le conseguenze per il territorio sarebbero devastanti anche perché Siena, e dispiace dirlo, si è un po’ troppo seduta pensando di avere sempre dietro le spalle una fonte di denaro inesauribile.
Coordinamento Provinciale PdL Siena