TOSCANA. Scrivo questo articolo per denunciare pubblicamente gli abusi che ho subito, come cittadino e come onesto imprenditore, da parte della Sanità Toscana.
Per chiarire quello che è successo bisogna partire dal fatto che la Sanità Toscana è strutturata in tre ESTAV (Aree Vaste) ognuna delle quali raggruppa un certo numero di Usl ed altri Enti. Quando una delle Usl necessita di un qualsiasi prodotto (farmaco, strumento, ecc.) lo richiede all’ESTAV cui appartiene.
Trattandosi di Enti Pubblici si fa riferimento a Gare Pubbliche: ma, in particolare, quando si tratta di Prodotti Nuovi, innovativi o unici si segue una procedura che prevede la compilazione di un Modulo ESTAV firmato e garantito a “responsabilità personale” da una serie di figure che sono direttamente coinvolte.
In questo caso, io ho attivato una start up nel settore dei Dispositivi Medici ed ho presentato un prodotto alla USL 2 Lucca, che si è dichiarata interessata all’acquisto, nel maggio del 2013. A marzo 2014 (dopo circa 10 mesi) il Modulo ESTAV, codificato in questo caso come “73/Far”, con 5 firme di responsabilità e con la “delibera di copertura di spesa per poco più di € 4.000,0 ” giunge all’ESTAV che a quel punto, da prassi, dovrebbe comprarlo ed inviarlo all’Ente richiedente.
Invece… sparisce tutto! Nonostante mie numerose richieste sia scritte sia verbali al Responsabile dell’Ufficio Acquisti dell’ESTAV, al Direttore Generale dell’ESTAV ed al Direttore Generale della USL 2 Lucca, non si riesce più a sapere che fine abbia fatto questo protocollo 73/Far e nessuno si degna di dare risposte
nonostante la Legislazione vigente preveda che la P.A. deve rispondere, al cittadino che ne fa richiesta, entro 30 giorni.
Dopo altri sei mesi, e siamo ormai nel settembre 2014, si scopre che quando il Modulo era pervenuto in ESTAV, lo stesso era stato sottoposto “a mio avviso arbitrariamente” alla valutazione di un Professore Universitario che aveva espresso una dichiarazione personale negativa sul prodotto. Da allora ad oggi,
nonostante vari tentativi, la situazione è ancora irrisolta con grave danno per il sottoscritto che ha visto “bloccato” il suo lavoro in seguito a questa vicenda.
A questo punto sorgono vari quesiti. Chi e per quale motivo ha deciso di chiedere un ulteriore parere? Perché è stato richiesto un parere solo a quel Professore che nessuna delibera nomina consulente ESTAV? Perché si è dato valore ad una “dichiarazione personale” quando invece esistono dei protocolli internazionali che validano questi tipi di prodotti? Per quale motivo non mi è mai stata data risposta? Chi aveva interesse ad evitare che quel prodotto entrasse in uso in ambito ESTAV? E poi ancora, questo Professore viene in qualche modo retribuito per queste “dichiarazioni” che rilascia, oppure è per caso “consulente” di altre Aziende, magari, concorrenti?
Ed infine, se veramente chi ha creato questa situazione l’ha fatto nell’interesse pubblico, nel dubbio che il prodotto in questione non avesse le caratteristiche dichiarate, come mai non ha comunicato quanto supposto al Ministero della Sanità e alla Regione Toscana per le azioni dovute? Quest’ultimo, oltre al “danno ingiusto” creato a me e alla mia azienda, è senza dubbio il quesito più spinoso perché trattandosi di un Disinfettante per strumenti invasivi è evidente che, se i dubbi sulle caratteristiche del prodotto fossero fondati, la mancata comunicazione agli Organismi di cui sopra avrebbe potuto creare gravi danni alla
comunità.
Sono ormai passati 19 mesi da quando è iniziata questa odissea e non sono riuscito con le mie forze a venirne a capo. Io non ho mai preteso di aver ragione “a priori”, e non pretendo altro che rispetto, giustizia e risposte ai miei quesiti e, dinanzi al muro di gomma della Pubblica Amministrazione, ho deciso di rendere pubblica questa mia vicenda.
Claudio Brescia