SIENA. Nella seduta del 18 maggio 2010 è stato adottato dal Consiglio Comunale di Siena il primo Regolamento Urbanistico, con il voto favorevole anche del PRC, che fa parte della maggioranza di centrosinistra al governo della città nel mandato elettorale 2006-2011. Le elezioni comunali del 2006, come i lettori ricorderanno, avvennero in pieno clima “Prodiano”, tanto che il programma del sindaco Cenni, da noi sottoscritto, riportava in vari punti il richiamo al programma elettorale della campagna nazionale. La grave crisi economica e sociale ora in atto era lontana, ma la spinta “a sinistra” che il Paese chiedeva era forte, e nel Piano Strutturale del Comune di Siena, allora in fase di adozione, era prevista per tutte le nuove edificazioni, ma anche per le ristrutturazioni, una quota di “edilizia sociale non inferiore al 50%”. Questa prima versione del Piano Strutturale, immaginando la difficoltà di reperire il 50% di quota sociale in edificazioni o ristrutturazioni di piccola entità (difficile per esempio costruire un nuovo appartamento riservando le camere all’edilizia sociale e cucina e bagno all’edilizia libera!), prevedeva una sorta di “tassa per il sociale”: nel caso cioè di ristrutturazioni o nuove edificazioni di piccola entità, l’Amministrazione permetteva anche che la destinazione fosse “libera”, ma in questo caso si chiedeva un contributo economico per “case sociali” che sarebbero state allocate altrove nel territorio comunale pari appunto al 50% del valore immobiliare. Il rappresentante locale di Confindustria, a nome delle categorie che rappresentava, presentò naturalmente una osservazione a questo Piano Strutturale, con la quale chiedeva di moderare tale prescrizione, considerandola una rigidità eccessiva. L’Amministrazione rispondeva, “accogliendo parzialmente” l’osservazione, con queste parole: “….la previsione di un tetto minimo del 50% rappresenta dunque una misura finalizzata a soddisfare la domanda di edilizia sociale presente sul territorio comunale…” (verbale delibera C.C. numero 32 del 13/02/2007); quindi apparentemente si dimostrava contraria a Confindustria, modificava però il testo dell’articolo 134 del Piano Strutturale rinviando al Regolamento Urbanistico la definizione della quota sociale. Il motivo dell’apparente “tenuta a sinistra” dell’Amministrazione, può forse essere meglio compreso se si ricorda che uno studio apposito, finanziato dalla Fondazione MPS, forniva i seguenti dati: oltre 700 domande ERP, circa 1100 famiglie “povere” presenti nel territorio comunale, 296 domande di sostegno per il pagamento affitto (di cui 216 in fascia A), fabbisogno potenziale di 750 unità immobiliari in affitto. Lo studio inoltre evidenziava la presenza di numerosi alloggi offerti ma invenduti per i prezzi eccessivamente elevati. Da osservare ancora che i risultati di questo studio sono uno degli allegati presentati in sede di adozione del presente Regolamento Urbanistico (!!!). Vale la pena ricordare che l’approvazione del Piano Strutturale è avvenuta nel 2007, ovvero dopo le elezioni comunali del 2006. Ciò significa che molte cose erano cambiate: il Governo Prodi appena nato era già in crisi, la deriva verso destra è divenuta sempre più forte e, inutile nasconderlo, anche il PRC ha avuto la sua crisi. Noi però pensiamo che la crisi economica e sociale in cui ci troviamo attualmente non avrebbe dovuto modificare al ribasso “la domanda di edilizia sociale presente sul territorio comunale”. E invece il Regolamento Urbanistico adottato oggi prevede, come dichiarato da un depliant illustrativo inviato a tutte le famiglie in questi giorni, 384 alloggi di edilizia sociale (tra edilizia agevolata, sovvenzionata e a canone concordato) sui più di 1700 alloggi previsti (circa il 22%!). Non solo, ma nulla si dice di serio sui criteri costruttivi, relativamente al risparmio energetico; solo mere indicazioni su quanto è bello risparmiare energia. Noi vorremmo che, almeno per l’edilizia sociale, rivolta a famiglie con minori risorse economiche, venissero consegnati alloggi che avranno bollette energetiche più leggere, sarebbe un risparmio sia per le tasche, sia per l’ambiente che consegneremo alle generazioni future (il Comune di Bolzano ha un regolamento edilizio che prevede tutti i nuovi alloggi siano costruiti almeno in Classe “B”; agli edifici in classe “A” vengono ridotti del 10% gli oneri di urbanizzazione). Inoltre, dato che anche il territorio non può essere più consumato con le semplici regole del mercato, che ci stanno portando alla catastrofe come vediamo tutti i giorni, le case si devono costruire solo se effettivamente necessarie. Non comprendiamo quindi il perché si sia abbandonato il principio di una quota non inferiore al 50% di edilizia sociale. Sappiamo, anche se i numeri sono difficili da ottenere, che di appartamenti dell’edilizia “libera” ce ne sono ancora oggi molti invenduti, perché costruirne altri? E non diciamo che una scelta pro CONFINDUSTRIA faciliterebbe la ripresa economica, abbiamo già visto cosa succede con il settore automobilistico: gli incentivi vanno direttamente in tasca ai padroni, e ai lavoratori in tasca finisce sempre la solita cosa! In sede di adozione di questo Regolamento Urbanistico il PRC ha dichiarato che non voterà l’approvazione se non verrà modificato sostanzialmente; vediamo se, dato l’avvicinarsi di altre elezioni (il Comune si rinnoverà nel 2011) anche il PD tornerà a sentirsi una forza di sinistra, o se vorrà lasciarci correre da soli.
Francesco Andreini
Capogruppo PRC Comune di Siena
Francesco Andreini
Capogruppo PRC Comune di Siena