Alla faccia della dea Feronia dagli Etruschi eletta protettrice dei boschi
di Mauro Aurigi
SIENA.
PREMESSA
L’albero ha molte importanti funzioni, al di là dell’effetto estetico e paesaggistico. Produce ossigeno, assorbe CO2 e nanoparticelle, consolida il terreno (quindi anche difende le ripe dei corsi d’acqua su cui insistono manufatti edili), contrasta l’impetuosità del vento, riduce la forza dilavante della pioggia, nelle stagioni calde dà ombra e riduce la temperatura a livello del suolo (ma riduce anche l’evaporazione), dà riparo a molte specie animali e pare addirittura che il colore verde di cui normalmente si ammanta abbia un effetto calmante e rilassante. Inoltre l’abbattimento di un albero non significa solo un albero in meno ad assorbire CO2, cosa che di per sé è già un piccolo crimine, ma significa anche un albero in più a produrre CO2, perché, sia che lo si bruci sia che lo si lasci marcire, quella pianta restituisce all’ambiente tutta la CO2 assorbita nel corso della sua vita.
Pensate a quante piante nel corso di una sola stagione sono state abbattute per “ripulire” le sponde di fiumi, torrenti e persino fossi, a seguito della decisione della nostra lungimirante amministrazione regionale di velocizzare lo scorrere delle acque. Evidentemente nessuno in Regione sa che più si velocizza lo scorrimento delle acque meteoriche non solo più si espongono a monte le sponde orrendamente denudate allo smottamento, come vediamo alla tv in questi giorni, ma si consente alle stesse acque, non rallentate dalla vegetazione riparia di arrivare precipitosamente a valle e tutte insieme, con gli esiti rovinosi che sappiamo.
DESTRA E SINISTRA: CONTRAPPOSTE ANCHE PER IL CLIMA
Qualche settimana fa ho avuto occasione di illustrare quali fossero, secondo me, le caratteristiche distintive tra due lemmi essenziali della dialettica politica: “destra” e “sinistra” (vedasi qui). Da qualche tempo sembra che un altro elemento distintivo sia da aggiungersi a quelli già elencati: il diverso intendimento a proposito del cambiamento climatico in atto (scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, innalzamento del livello degli oceani (Venezia sommersa!), avanzamento dei deserti, aumento della temperatura, tempeste di tipo tropicale anche nelle zone temperate, incendi e distruzione del manto forestale ecc.). A sinistra (politici, scienziati e intellettuali) si è sempre sostenuto non solo che il fenomeno tendesse a confermarsi e a espandersi, ma anche che fosse innaturale, ossia provocato dall’uomo (abbattimento delle foreste, aumento dell’emissione di CO2, inquinamento atmosferico ecc.).
PERFINO LA CINA CORRE AI RIPARI
A destra invece (capi di stato autoritari o tirannici, vedi Trump) si è tentato inizialmente di affermare che il fenomeno non esistesse, e successivamente, quando l’evidenza non poteva più essere negata, che si trattasse di un fenomeno temporaneo e del tutto naturale. Allo stato attuale a sinistra si continua a insistere che bisogna correre ai ripari: limitazione dell’inquinamento industriale, cessazione dello sfruttamento forestale, piantagione di foreste per incrementare l’assorbimento della CO2, per ridurre l’effetto serra ed evitare un’ecatombe di esseri umani (per l’approvvigionamento idrico, per esempio, già si prospettano guerre locali capaci di proliferare e deflagrare in molte zone del pianeta).
Inaspettatamente dalla Cina, ossia da un regime che più di destra non si può trovare, per giunta territorialmente e per popolazione il più grande e vasto della terra, è arrivata la notizia che è in corso un “mostruoso” programma di forestazione (un miliardo di alberi) per assorbire la CO2 e contrastare l’avanzamento del deserto. Buon segno.
Buon segno ma che rischia di essere vanificato da chi le foreste, invece di piantarle, continua a distruggerle. E ciò avviene in paesi come il nostro che, tutti messi insieme, sono più del doppio della Cina, sia per estensione territoriale che per popolazione (si pensi solo alla deforestazione sia per creare pascoli, sia per l’utilizzo industriale di legname di pregio, in Sud America e in Africa).
GIU’ ANCHE IL GRANDE PIOPPO DI VIALE SCLAVO
Ma basta vedere, nel nostro piccolo, qui in Toscana e addirittura nella nostra Città. Non bastava la totale eliminazione della vegetazione lungo i rarissimi e innocui corsi d’acqua (questo nostro arido territorio – tanto arido che perfino Dante prese in giro i Senesi per la loro disperata ricerca di acqua potabile – è praticamente indenne da dannosi straripamenti), ma si stanno abbattendo senza plausibile motivo gli alberi nelle zone urbane e periurbane. Per esempio è stata da poco abbattuta la piccola foresta avvinghiata alla scoscesa ripa a monte di Via di Fontanella, su cui incombe la colossale basilica di Sant’Agostino. Certamente quella chiesa non è per il momento a rischio. Ma tra cent’anni? Tra cent’anni? e chi se ne frega! Ossia la politica di oggi vede solo fino alla punta del proprio naso? Ma davvero i Senesi di oggi niente hanno a che vedere con le generazioni del passato, assai previdenti tanto da piantare o consentire che si sviluppassero quelle querce a sostegno della ripa tufacea di Sant’Agostino?
Proprio mentre scrivo queste riflessioni mi giunge la notizia, corredata da foto, che si sta preparando un altro abbattimento: un secolare pioppo in Viale Bracci. Non risulta alcuna pubblica comunicazione o motivazione che ne spieghi il perché.
Perdonali tu, dea Feronia, se puoi. Io non posso.