SIENA. Cominciò la polemica "La Padania " paventando che il drappellone dipinto da Alì Hassoun fosse un tentativo musulmano di "mettere le mani sul Palio". Ma si sa, quelli della Lega Nord hanno l'anti-islamismo nel DNA. Poi il 29 giugno, a festa iniziata ecco la lettera aperta di due senesi, immagino cattolici tradizionalisti, al Vescovo Mons. Buoncristiani con la supplica a non benedire "una immagine che non è cristiana", "una Madonna solo madre di un profeta", "un Palio che ci offende e che pare una vera bestemmia".
Senza voler giudicare le convinzioni religiose di questi concittadini, mi sembra che si sia perso il senso della misura. Credo sia la prima volta che viene portata una critica teologica sul significato del dipinto sul drappellone. Non va giù a questi signori, che il pittore sia musulmano e che abbia raffigurato Maria come madre di un profeta insieme ad un guerriero saraceno con tanto di Kefiha che ha ucciso un drago – infedele. Si domandano inoltre se crediamo o meno al fatto che la Madonna sia veramente la madre di Dio o se sia diventato un modo di dire. Domanda retorica, sanno benissimo che la nostra società secolarizzata ha messo in crisi gran parte delle convinzioni e dei dogmi cattolici; ma allora che facciamo, sospendiamo il Palio fino a quando la fede non riavrà il predominio nella coscienza dei contradaioli? Non credo che il popolo della Selva si sentirà sminuito nel proprio trionfo da una Sura del Corano e da una kefiha dipinti sul Cencio. Naturalmente la risposta della Curia è stata misurata e direi di buon senso.
Il Comune nella persona del sindaco Maurizio Cenni ha precisato giustamente che, nel rispetto dell'iconografia tradizionale, libera è l'interpretazione dell'artista. A questo punto le polemiche dovrebbero essere finite, invece leggo nella cronaca di oggi (8.07.10) che il nostro Arcivescovo è per certi aspetti tornato sulle sue precedenti dichiarazioni ed ha criticato questo drappellone, invitando il Comune a servirsi per il futuro di consulenze più fedeli alla tradizione. Spero che nel rispetto delle reciproche autonomie il Comune ed il Magistrato delle Contrade decidano secondo criteri di sana laicità. Per quanto riguarda poi l'estemporaneo intervento del Vescovo di San Marino – Montefeltro Monsignor Negri, che riferendosi a questo Palio, ha parlato di "triste vicenda" e della necessità di una "celebrazione liturgica riparatrice"; pur nel rispetto dovuto al monsignore per il suo ministero, vorrei ricordargli due cose: la prima, come senese, che quando si parla dal di fuori di avvenimenti della portata del Palio di Siena bisognerebbe avere più prudenza e in ogni caso più rispetto. La seconda, nella mia libertà di cristiano, che le crociate sono finite da diversi secoli e che 45 anni fa si è concluso il Concilio Vaticano II° che ha portato una grande ventata di aria fresca nella Chiesa, purtroppo non tutti se ne sono accorti e talvolta remano contro.
Carlo Giuseppe Rogani
Senza voler giudicare le convinzioni religiose di questi concittadini, mi sembra che si sia perso il senso della misura. Credo sia la prima volta che viene portata una critica teologica sul significato del dipinto sul drappellone. Non va giù a questi signori, che il pittore sia musulmano e che abbia raffigurato Maria come madre di un profeta insieme ad un guerriero saraceno con tanto di Kefiha che ha ucciso un drago – infedele. Si domandano inoltre se crediamo o meno al fatto che la Madonna sia veramente la madre di Dio o se sia diventato un modo di dire. Domanda retorica, sanno benissimo che la nostra società secolarizzata ha messo in crisi gran parte delle convinzioni e dei dogmi cattolici; ma allora che facciamo, sospendiamo il Palio fino a quando la fede non riavrà il predominio nella coscienza dei contradaioli? Non credo che il popolo della Selva si sentirà sminuito nel proprio trionfo da una Sura del Corano e da una kefiha dipinti sul Cencio. Naturalmente la risposta della Curia è stata misurata e direi di buon senso.
Il Comune nella persona del sindaco Maurizio Cenni ha precisato giustamente che, nel rispetto dell'iconografia tradizionale, libera è l'interpretazione dell'artista. A questo punto le polemiche dovrebbero essere finite, invece leggo nella cronaca di oggi (8.07.10) che il nostro Arcivescovo è per certi aspetti tornato sulle sue precedenti dichiarazioni ed ha criticato questo drappellone, invitando il Comune a servirsi per il futuro di consulenze più fedeli alla tradizione. Spero che nel rispetto delle reciproche autonomie il Comune ed il Magistrato delle Contrade decidano secondo criteri di sana laicità. Per quanto riguarda poi l'estemporaneo intervento del Vescovo di San Marino – Montefeltro Monsignor Negri, che riferendosi a questo Palio, ha parlato di "triste vicenda" e della necessità di una "celebrazione liturgica riparatrice"; pur nel rispetto dovuto al monsignore per il suo ministero, vorrei ricordargli due cose: la prima, come senese, che quando si parla dal di fuori di avvenimenti della portata del Palio di Siena bisognerebbe avere più prudenza e in ogni caso più rispetto. La seconda, nella mia libertà di cristiano, che le crociate sono finite da diversi secoli e che 45 anni fa si è concluso il Concilio Vaticano II° che ha portato una grande ventata di aria fresca nella Chiesa, purtroppo non tutti se ne sono accorti e talvolta remano contro.
Carlo Giuseppe Rogani