Riflessione sulla politica senese di Luciano Cortonesi
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SIENA. La crisi che ha investito Siena non ha cambiato le abitudini di una certa politica locale. Le luci sul disastro MPS sono state abbassate; e chi ha avuto responsabilità politiche in quella vicenda si sta già attrezzando per tornare alla ribalta, magari come ‘discontinuatore’. In questo scenario, il Pd senese fa prove di “commissariamento” del sindaco di Siena; evidentemente non c’è crisi che tenga di fronte agli equilibri interni di un partito ormai in agonia; la parola d’ordine è di stare con il fiato sul collo di Valentini, perché non dimentichi chi ha i numeri.
E’ il caso dell’approvazione del bilancio comunale, un passaggio delicatissimo per la città e la maggioranza, dove la componente che fa riferimento all’ex sindaco non manca di far arrivare precisi segnali, con Mugnaioli che fa le pulci alla giunta (sulla forma e non sulla sostanza). Dopo il disastro dei conti che ha portato il commissario, un’attenzione così insolita alle faccende del Comune, potrebbe far ben sperare. Ma non facciamoci ingannare: in realtà è il solito espediente politico di sollevare polveroni per distogliere l’attenzione dalle questioni più importanti.
Insospettisce, infatti, così tanta attenzione sul Comune, mentre il Pd non spende nemmeno una parola sulle vicende della Fondazione e della Banca. Come se il baratro in cui è sprofondata Siena non fosse stato originato anche dalle responsabilità politiche dei vertici di quel partito.
Si continua a parlare tanto di territorio, ma nessuno sa quali strategie si stanno portando avanti per il futuro della Fondazione. E’ tempo di conoscere, senza paraventi sui condizionamenti del mercato, qual è il progetto delle due Deputazioni della Fondazione Mps. Lo esigono i senesi, che rivendicano la storica proprietà del Monte dei Paschi di Siena. Cosa dice in proposito il Pd?
La presidente Mansi, onori la fiducia di Siena; si mantenga libera dal pressing della politica; continui a combattere per risanare la Fondazione e per difendere il suo ruolo di azionista di riferimento della Banca; e non faccia forzare i tempi, visto che detiene il 33% e – se non vado errato – l’assemblea dei soci ha approvato l’aumento di capitale da un miliardo, non quello da 2,5. Non faccia come il suo predecessore, reo di non aver esercitato il ruolo di azionista primario, subendo passivamente le scelte della Banca con la benedizione dell’apparato politico.
Perché a Siena una certa politica ha perso il pelo, ma non il vizio.
Luciano Cortonesi