Tempi biblici per il ripristino della linea
SIENA. Mentre sulle principali TV e siti internet un ballerino pubblicizza le mirabolanti prestazioni di una fibra, c’è anche chi deve accontentarsi di una fatiscente connessione in rame tenuta su da pali di legno oramai marci.
In questa situazione, in caso di temporali, non solo si deve preoccupare dei danni per modem e telefoni collegati ma, in caso di guasti alla linea, deve aspettarsi tempi biblici per il ripristino del servizio.
È quello che è accaduto in Strada di Presciano nel comune di Siena, dove un progressivo deterioramento del doppino telefonico ha portato alla completa interruzione del servizio in data 6 Novembre 2019.
Da allora, nonostante il contratto con Terrecablate srl, gestore del servizio verso il cliente, dichiari tempi di intervento entro 3 giorni lavorativi, il tecnico incaricato TIM si è presentato solo 12 giorni dopo. Ma il ritardo non è stato abbastanza perché l’operaio si è infatti rifiutato di salire sul palo considerandolo non sicuro. Non ha chiesto l’aiuto di colleghi per metterlo in temporanea sicurezza o per aggiuntare il cavo da due pali vicini. Non ha chiesto l’uso di una piattaforma che lo avrebbe fatto salire senza pericoli. Semplicemente se n’è andato, ordinando un palo nuovo, ben consapevole delle tempistiche del caso. E infatti il palo, in Strada di Presciano, non è ancora arrivato.
E quindi nonostante sia passato oltre un mese, Terrecablate non solo non è stata in grado di ripristinare il servizio, ma non è stata neppure in grado di fornire al cliente la tempistica di intervento, perché TIM, che come detto detiene la proprietà della linea e di conseguenza la sua manutenzione, non ha dato nessuna informazione in merito e questo a fronte di una media di quasi un sollecito al giorno, di telefonate non risposte e di mail inviate a tutti i responsabili di zona e a tutti i livelli di gerarchia.
È dunque questa la serietà di un’azienda che vuole essere leader nelle comunicazioni? Ignorare gli utenti? Non degnarli neppure di una risposta? Farli sentire colpevoli di aver preferito una società concorrente? Ma poi è normale che al giorno d’oggi una società dominante continui ad avere il quasi monopolio delle infrastrutture dove vengono erogati servizi di società concorrenti? Se le riparazioni di vecchie linee sono sempre state lente e costose, che interesse avrebbe TIM ad accelerarle se oltretutto questo non comporta un vantaggio diretto ma, al contrario, un’agevolazione per il lavoro di un’altra società?
E così, mentre il ballerino continua a ballare alla velocità della superfibra, c’è chi rimane nella preistoria delle telecomunicazioni, pagando abbonamenti anche superiori a quello della fibra stessa, intrappolato tra conflitti di interessi e una vergognosa mancanza di rispetto. E a tal proposito, i termini contrattuali vengono rispettati?
Lettera firmata