SIENA. Oggi, 9 ottobre 2010, gli studenti dell’Università di Siena hanno occupato il Complesso museale del Santa Maria della Scala. Abbiamo occupato pacificamente questo importantissimo museo in forte contrapposizione in primis alla Riforma Gelmini, la quale, però, è solo la manifestazione più visibile di un disegno scientemente realizzato dal Governo Berlusconi, in continuità con il governo precedente, e volto a smantellare il vasto mondo del sapere, della ricerca, della cultura.
La formazione della cittadinanza, specie dei più giovani, è riconosciuta dalla Costituzione italiana come presupposto all’utilizzo stesso dello strumento democratico: com’è possibile, infatti, che la popolazione possa effettuare delle scelte ponderate se non ha a disposizione i mezzi per poterne comprendere gli effetti? Come si può immaginare una democrazia basata sull’ignoranza?
Il DAS – Dimensione Autonoma Studentesca, con questa occupazione vuole squarciare il silenzio che avvolge il funerale stesso della democrazia del nostro Paese. Un Paese dove gli studenti “capaci e meritevoli” sono costretti ad emigrare nel resto d’Europa per studiare, dove chi non ha i mezzi non riesce ad emanciparsi dalla classe d’appartenenza, perpetuando all’infinito la stessa divisione tra dirigenti e manodopera, tra chi è ricco e chi è povero. Un Paese dove la Ricerca è vincolata a dettami morali di dubbia provenienza, dove non esistono investimenti sul futuro di laureati che, immancabilmente, finiscono a lavorare in call center e supermercati. Un paese ancora incatenato dalla malavita organizzata, solo presuntamente combattuta, e che nega una possibilità di emancipazione a quei ragazzi che, nelle zone più degradate d’Italia, non hanno e non avranno quella fondamentale via d’uscita dal circolo vizioso dell’abbandono e del disadattamento – che sfocia nella mafia – quale è una formazione scolastica ed accademica garantita e aperta a tutti.
Occupando simbolicamente il Santa Maria della Scala e permettendone l’accesso gratuito a tutti, ci riappropriamo di un museo e delle opere d’arte ivi contenute, che sono patrimonio di tutta l’umanità e di una società che necessita della libertà d’accesso alla cultura libera e critica. Con questo atto vogliamo opporci fortemente alla Riforma universitaria e ai tagli imposti dal Governo alle amministrazioni locali e al comparto culturale del Paese. Richiediamo al Sindaco di Siena, Maurizio Cenni, e al sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani, di dimettersi in forma di protesta contro la distruzione del fondamento stesso della democrazia, e quindi dello stesso meccanismo che presiedono come Sindaci. Lo richiediamo a loro, primi cittadini delle due città dov’è presente il nostro Ateneo in crisi, proprio perché non sono riusciti a fare alcunché di significativo per riuscire a salvare davvero questa nostra disastrata, ma ancora fecondissima, Università. Richiediamo, inoltre, il ritiro immediato del DDL Gelmini e la cancellazione della normativa ministeriale in materia di requisiti necessari, principale strumento aziendalista – attuato da destra e da sinistra – volto ad annichilire il numero di Corsi di Laurea dell’Università pubblica italiana e quindi una reale specializzazione accademica.
Questo è solo l’inizio. La lotta degli studenti, dei lavoratori, dei docenti e di tutti coloro che non si lasciano persuadere dalle menzogne di questo “Potere” ideologicamente e moralmente corrotto e colluso, non si fermerà. Ogni Facoltà, ogni biblioteca, ogni teatro, ogni museo diverrà il terreno di costruzione di una rinnovata coscienza sociale, per costruire, finalmente, un vero percorso di democrazia verso il socialismo.
Dimensione Autonoma Studentesca
La formazione della cittadinanza, specie dei più giovani, è riconosciuta dalla Costituzione italiana come presupposto all’utilizzo stesso dello strumento democratico: com’è possibile, infatti, che la popolazione possa effettuare delle scelte ponderate se non ha a disposizione i mezzi per poterne comprendere gli effetti? Come si può immaginare una democrazia basata sull’ignoranza?
Il DAS – Dimensione Autonoma Studentesca, con questa occupazione vuole squarciare il silenzio che avvolge il funerale stesso della democrazia del nostro Paese. Un Paese dove gli studenti “capaci e meritevoli” sono costretti ad emigrare nel resto d’Europa per studiare, dove chi non ha i mezzi non riesce ad emanciparsi dalla classe d’appartenenza, perpetuando all’infinito la stessa divisione tra dirigenti e manodopera, tra chi è ricco e chi è povero. Un Paese dove la Ricerca è vincolata a dettami morali di dubbia provenienza, dove non esistono investimenti sul futuro di laureati che, immancabilmente, finiscono a lavorare in call center e supermercati. Un paese ancora incatenato dalla malavita organizzata, solo presuntamente combattuta, e che nega una possibilità di emancipazione a quei ragazzi che, nelle zone più degradate d’Italia, non hanno e non avranno quella fondamentale via d’uscita dal circolo vizioso dell’abbandono e del disadattamento – che sfocia nella mafia – quale è una formazione scolastica ed accademica garantita e aperta a tutti.
Occupando simbolicamente il Santa Maria della Scala e permettendone l’accesso gratuito a tutti, ci riappropriamo di un museo e delle opere d’arte ivi contenute, che sono patrimonio di tutta l’umanità e di una società che necessita della libertà d’accesso alla cultura libera e critica. Con questo atto vogliamo opporci fortemente alla Riforma universitaria e ai tagli imposti dal Governo alle amministrazioni locali e al comparto culturale del Paese. Richiediamo al Sindaco di Siena, Maurizio Cenni, e al sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani, di dimettersi in forma di protesta contro la distruzione del fondamento stesso della democrazia, e quindi dello stesso meccanismo che presiedono come Sindaci. Lo richiediamo a loro, primi cittadini delle due città dov’è presente il nostro Ateneo in crisi, proprio perché non sono riusciti a fare alcunché di significativo per riuscire a salvare davvero questa nostra disastrata, ma ancora fecondissima, Università. Richiediamo, inoltre, il ritiro immediato del DDL Gelmini e la cancellazione della normativa ministeriale in materia di requisiti necessari, principale strumento aziendalista – attuato da destra e da sinistra – volto ad annichilire il numero di Corsi di Laurea dell’Università pubblica italiana e quindi una reale specializzazione accademica.
Questo è solo l’inizio. La lotta degli studenti, dei lavoratori, dei docenti e di tutti coloro che non si lasciano persuadere dalle menzogne di questo “Potere” ideologicamente e moralmente corrotto e colluso, non si fermerà. Ogni Facoltà, ogni biblioteca, ogni teatro, ogni museo diverrà il terreno di costruzione di una rinnovata coscienza sociale, per costruire, finalmente, un vero percorso di democrazia verso il socialismo.
Dimensione Autonoma Studentesca