Le analogie tra le due situazioni sono troppe per non preoccuparcene
di Mauro Aurigi
Questa è una lettera aperta che ho sentito la necessità di indirizzare subito, prima che gli animi si raffreddassero, a un pugno di miei coetanei, compagni e amici di una passata temperie politica quasi eroica, ma ormai lontana, molto lontana nel tempo.
Con quei coetanei infatti ho avuto recentemente un vivace scambio, sia vocale che digitale, alla fine del quale ho avuto l’ingenua improntitudine di rimproverare loro e me stesso per l’attuale assenteismo politico/culturale della nostra generazione. Ma prima avevo riflettuto un poco per accertarmi che quell’assenteismo non dipendesse soprattutto dall’età ormai avanzata, cosa che ovviamente avrebbe rappresentato un ostacolo insormontabile per quella sorta di reclutamento politico/culturale che mi ero messo in testa di sollecitare. Invece sono stato confortato dal fatto che i fisici, sì, sono sempre più cascanti, ma le menti invece sono ancora sveglie, spesso anche troppo sveglie. E’ così che mi sono sentito autorizzato ad un canzonatorio rimprovero per il placido rilassamento di gente che aveva avuto un passato barricadiero e che ora invece siede placidamente a guardare chi passa in attesa che qualcosa succeda per eventualmente passare all’azione. “Cosa si fa intanto?” chiedevo “Ci ritiriamo sull’Aventino come fece la sinistra nel 1924 contro il governo Mussolini, favorendo così la vittoria definitiva del fascismo?”. Errare humanum, perseverare diabolicum, dicevano i nostri antenati. No, non possiamo permetterci il lusso di perseverare.
Anche perché, tra l’altro, quello che succederà già lo sappiamo: succederà che Salvini, Berlusconi e la Meloni (quest’ultima con tanto di corredo di Forza Nuova e CasaPound) vinceranno le prossime elezioni politiche e poi anche quelle amministrative del 2023: basterà che una quota anche esigua degli attuali astenuti dal voto si ravveda e torni a votare, ma ci tornerà per rafforzare la destra, certamente non il centro e/o la sinistra. Questo successe anche “allora”, quasi negli stessi anni: l’Italietta diventò fascista e la muscolare Germania diventò nazista.
Tra l’altro mi pare che nessun commentatore abbia ancora sottolineato l’analogia esistente tra il periodo che stiamo vivendo ora e quello che si visse allora, prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale. Anche allora la diplomazia occidentale (Chamberlain per l’Inghilterra, Roosevelt per gli Stati Uniti e Daladier per la Francia), non fu capace di impedire che la Germania scatenasse il conflitto. A Monaco nel 1938 concessero addirittura a Hitler l’invasione e l’annessione della Cecoslovacchia sperando così di evitare la guerra. Oggi al posto di Hitler c’è pari pari Putin che, guarda caso, è già da tempo molto apprezzato da Salvini, Meloni e Berlusconi, proprio come Mussolini apprezzava e sosteneva allora Hitler. E, guarda caso ancora, i tre andranno al potere in Italia come allora andò al potere Mussolini. Putin intanto si è già annesso il Donbass proprio come allora, guarda caso un’altra volta, la Germania si annetté la Cecoslovacchia.
Per concludere: le analogie tra le due situazioni sono troppe per non preoccuparcene. Dalla nostra parte ci sono tutti i governi occidentali impegnati in stancanti azioni diplomatiche per sventare un ipotetico (?) conflitto. Quello di allora costò quasi 70 milioni di morti. Il prossimo quanti potrebbe costarne?
Mauro Aurigi