MASSA CARRARA. In questo momento non troppo propizio per il Monte dei Paschi, dove il passato non sembra mai finire ma continua anzi a far sentire i suoi effetti nefasti, vorrei risollevare il morale affranto della truppa montepaschina raccontando un gustoso ma significativo episodio avvenuto nella filiale di Massa, della quale mi onoro di far parte.
Da oltre un mese lavoro con un altro collega in un ufficio aL pianterreno che presenta problemi logistici e di igiene sanitaria.
Ad oggi essendo rimasta invariata tale situazione, decido di appendere alla parete divisoria esterna dell’ufficio un foglio con un messaggio per la ditta che svolge la pulizia ordinaria, ma non ottengo alcun risultato. Allora alzo il livello di allerta e di sensibilizzazione ed appongo, accanto al precedente, un altro foglio con la seguente scritta: “Qualche buonanima può pulire il “lozzo” di questo ufficio? F.to “I miserabili del Monte”.
Sarà stato un messaggio polemico/inurbano/offensivo? Ciascun lettore potrà fare la sua valutazione.
Qui desidero solo chiarire che l’inciso “I miserabili del Monte” era virgolettato perché apparisse chiaro che aveva un significato puramente metaforico, paradossale. Era parimenti evidente che l’ultima frase non intendeva far apparire come sottoscrittori tutti i dipendenti della Filiale, ma solo i due colleghi dell’ufficio in questione, visto che nel mio dazebao (affisso alla parete della mia struttura lavorativa e non in bacheca) appena prima si faceva riferimento ai problemi specifici di quel determinato ambiente lavorativo. Ad onor del vero devo riferire che l’iniziativa di scrivere il messaggio e di esporlo è stata solo mia, per cui la responsabilità dell’episodio non può essere ascritta in alcun modo al collega d’ufficio.
Al rientro dalla pausa pranzo mi accorgo che i due manifesti sono stati strappati. Mi dico: il direttore l’avrà presa storta e quindi mi reco nel suo ufficio per chiedere chiarimenti, ma non lo trovo. Allora chiedo informazioni ai colleghi del secondo piano e alla fine ne incontro uno che rivendica di essere l’autore del “nobile gesto”.
Io, non so se più stupito o contrariato, gli contesto che non aveva alcun diritto di strappare i fogli da me scritti e appesi alla parete del mio ufficio. Quell’anima candida, senza scomporsi minimamente, replica che avendo inteso l’espressione“i miserabili del Monte” come riferita a tutti i dipendenti della Filiale, si è sentito urtato e offeso nella sua (delicata aggiungo io) sensibilità di montepaschino (duro e puro, riaggiungo io) e che pertanto si è sentito in dovere di strappare quei fogli infamanti. Gli faccio notare che la sua spiegazione non regge in quanto palesemente infondata e (aggiungo ora, pure pretestuosa), in quanto risultava di tutta evidenza che il mio messaggio facesse riferimento esclusivamente ai due dipendenti dell’ufficio in questione. Inoltre rimarco con forza che era cosa alquanto grave e scorretta l’aver proceduto sua sponte ad un atto di censura di una mia libera manifestazione di pensiero. Ma tant’è, quell’implacabile custode dell’ortodossia montepaschina non arretra di un millimetro e alla fine, con fare solenne come si addice ad un grande inquisitore che sa di avere la responsabilità tremenda di tutelare l’interesse del Monte, mi accusa formalmente di lesa maestà.
Esco dal suo ufficio cogitabondo e mi trovo davanti i tre colleghi formanti il Tribunale supremo dei pasdaran del Monte, che all’unanimità mi dichiarano colpevole del reato ascrittomi. M’accorgo che fra di loro spicca la figura di una sindacalista (sottolineo che i sindacati fanno parte a pieno titolo della Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro), la stessa sindacalista che il 14 dicembre 2015 aveva apposto in bella mostra la sigla del sindacato da lei rappresentato su di un volantino unitario delle Rsa di Massa. Il comunicato in tono perentorio esternava che “ i lavoratori e le lavoratrici delle Filiali e strutture di Massa… DENUNCIANO la insostenibile situazione lavorativa nella quale si trovano ad operare quotidianamente da oltre un anno”. Elencava poi specificamente le varie problematiche emerse, fra cui “…un inadeguato servizio di pulizia”.
E allora mi viene da pensare che evidentemente:
1) la suddetta sindacalista ha un concetto di coerenza alquanto vaga
2) ci sono sindacalisti e sindacalisti
3) la sindacalista citata è forse più sensibile agli interessi del Monte che a quelli dei lavoratori.
Prendo atto che a Massa si è autocostituito un organo montepaschino di controllo e di censura sui colleghi per cui, essendo impossibilitato a far giungere a chi di dovere le mie istanze, non mi rimane, mio malgrado, che chiedere l’intervento dell’Asl locale per risolvere i problemi di pulizia del mio ufficio.
Comunque in quel di Massa l’ordine regna sovrano grazie alla censura proveniente dal basso, che contribuisce a rendere il clima aziendale armonico e sereno.
Volete poi sapere qual è il sistema brevettato per risolvere i problemi di pulizia degli uffici di Massa? E’ la mitica spugnetta, l’uovo di Colombo. Me l’ha suggerito uno dei pasdaran, gran simpaticone, mostrandomi la spugnetta che usa per lucidare il suo ufficio.
Marco Sbarra