Tutte le criticità della banca e le prospettive per il futuro
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SIENA. C’era una volta la Banca MPS, una sintesi divenuta imperfetta di economia, politica e finanza. Ma questa a differenza delle favole non è a lieto fine ma la dura realtà ed il triste epilogo di un sistema di cui tutti sono corresponsabili. Un susseguirsi di comunicati stampa politici e volantini sindacali hanno concluso un 2011 a dir poco turbolento per il Mps e aperto un 2012 foriero di novità. Ma gli unici oggi a dover parlare senza indugio sono i lavoratori, unici attori produttivi di questa Ns. grande Azienda. Tra dimissioni “eccellenti”, non tutte ancora sviluppatesi, cala il sipario su un’epoca affaristica con risultati a cifra tonda per il management e briciole per la base dei lavoratori.
Il Territorio, nel bene e nel male, ha vissuto anni in cui i poteri forti senesi si ostinavano a dettar legge su un colosso bancario con circa 3 mila filiali sul territorio nazionale e più di 30 mila dipendenti. L’acquisizione di Antonveneta, l’istituto rilevato per la modica cifra di 9 miliardi nel novembre del 2007, proprio mentre stava per esplodere la grande bolla della finanza, non è stata altro che la ciliegina su una torta già abbondantemente divisa. Il resto è storia amara: la crisi del subprime, l’acquisto di Btp che con la crisi del debito sovrano si sono rilevati una vera e propria zavorra, i limiti dell’architettura socio-economica-politica dell’area €uro e la conseguente comparsa della recessione hanno chiuso il cerchio (in rosso) per il tessuto imprenditoriale e per buona parte delle famiglie. Risultato: Lo spoils system della Politica va in crisi, Fondazione in debito, la Banca alle prese con una tempesta finanziaria ed economia locale in affanno.
Che dire?!?…… davvero troppo per una Banca che era arrivata all’apice del suicidio strategico ed ingessata da un punto di vista organizzativo e gestionale. Per anni, anzi per decenni, privilegi e disparità di trattamento tra colleghi si consumavano e continuano ad esserci sotto la lente d’ingrandimento di un management che fa il paio con la baiella senese, testa (politica) e croce (sindacato).
Ne consegue chiedere legittimamente al Sindacato dov’era quando l’Azienda attuava le scelte strategiche scellerate degli ultimi anni? Su quale tavolo era seduto il Sindacato quando doveva battere i pugni per quei lavoratori che mandavano avanti la carretta rispetto a chi continua a scaldare la sedia? Auto e carte di credito aziendali per finalità private, immobili in affitto a spese della Banca per chi è residente sul territorio stesso, premi che continuano ad essere pagati a coloro che sono distaccati sindacalmente da anni. E ancora……nomine dirigenziali, consulenze legali e societarie agli amici, assenteismo sui posti di lavoro per impegni contradaioli e stagioni venatorie.
Suvvia, siamo seri, una voragine di sprechi che danneggia tutti coloro che con dedizione e spirito di sacrificio lavorano quotidianamente per una Banca che è stata sempre un modello per valori e principi. Se il Sindacato fosse stato più di buon senso nell’essere più controllore e meno di parte e se la politica avesse chiesto meno tessere di partito evitando di utilizzare la Banca come una scatola cinese non staremmo qui probabilmente a leccarci le ferite. Inutile andare avanti con comunicati stampa ipocriti e spesso ispirati da falsi profeti politici camuffati da manager, l’aria è cambiata. Tutti oggi sono chiamati in discussione: la Banca che dovrà efficientarsi e riformarsi con strategie di crescita più da terzo gruppo europeo che non da cooperativa. La Politica che dovrà governare questa fase con metodi e approcci non più lottizzatori ma di business. Il Sindacato che dovrà fare il suo reset, cogliendo l’opportunità di ritornare ad essere sentinella dei lavoratori cercando di rinnovare quella credibilità e autorevolezza smarrita. I Lavoratori, che dovranno affinare le proprie capacità per affrontare le sfide e i cambiamenti che ci attendono ma senza essere al contempo servi sciocchi.
Ebbene che qualcuno si svegli, il mondo è già cambiato da tempo e Siena è in ritardo!
LAVORATORI GRUPPO MPS