Bancasciano e Bcc Montepulciano viste di Mori
Ancora una volta abbiamo potuto assistere a uno scontro di posizioni; da una parte il consiglio di amministrazione che ribadisce ostinatamente le proprie posizioni, celando le vere motivazioni, e nascondendosi dietro a presunte pressioni della banca d’Italia, presunte in quanto la dimensione della Bancasciano la dice lunga su quali possono essere gli interessi della banca centrale, dall’altra i soci che hanno perso la fiducia nel consiglio di amministrazione e gli chiedono di fare un passo indietro.
In tutto questo una sola cosa è certa; il consiglio di amministrazione è arrivato a un punto di non ritorno, non ha più margini di trattativa ha concesso tutto: ha ceduto la presidenza, la direzione, gli uffici amministrativi, il nome,l’ufficio fidi e chissà cos’altro, forse solo per mantenersi il posto, i soci hanno capito e si sono opposti a queste decisioni chiedendo una revisione della trattativa.
Qualche cosa di poco chiaro è evidente, com’è evidente che esista una regia nascosta, e per carità non pensiamo alla banca centrale, non riusciamo a crederci, ora i soci nei loro interventi diventano espliciti e si domandano se per caso la Bancasciano, con il suo patrimonio e con i suoi accantonamenti non possa tornare utile per coprire magagne o disastri della banca di Montepulciano e per questo chiedono che prima di continuare la trattativa, si possa vedere un bilancio certificato da società esterna della banca di Montepulciano.
Il consiglio di amministrazione della Bancasciano non ne vuol sentir parlare , ormai ha deciso che è venuta l’ora della conta, e quindi il giorno ventitré novembre sarà scontro, ed è un peccato, perché anche i soci sono d’accordo con il progetto di fusione, ma non alle condizioni proposte dal CDA, basterebbe solo un poco di buon senso, uguale a quello che ebbero i pionieri di questa banca, e tutto tornerebbe alla normalità del confronto civile, ma si sa, i tempi cambiano e sempre più il proprio io vince rispetto al bene collettivo.
Nel frattempo le due fazioni, tra loro opposte, cercano di far valere le proprie ragioni, cercano i voti e si preparano allo scontro finale del ventitré novembre, uno scontro che non avrà vincitori, ma come qualcuno ha detto nel proprio intervento, soltanto morti e feriti, per prima la banca alla quale tutti dicono di voler bene. Che il presidente del CDA rifletta, solo lui , come tanti hanno affermato,ha la possibilità di far tornare il dibattito su toni tranquilli e di contenuto, gli basterebbe accettare che la banca appartiene ai soci e se non altro per questo, li considerasse con maggiore rispetto.
Massimo Mori