SOVICILLE. Nei mesi passati Rosia e la sua piana sono stati al centro del dibattito giornalistico locale per la vicenda dell’aeroporto. La zona pare infatti destinata a divenire un esempio avanguardistico nel panorama nazionale dei trasporti. Di fatto, però, ad oggi rimangono non pochi problemi di viabilità nelle strade comunali del nostro paese.
Nella prima settimana di febbraio una frana ha interessato Via Alta, una strada senza sfondo nella parte vecchia dell’abitato. L’unica via di accesso alle abitazioni di dieci famiglie è crollata e non è più transitabile nemmeno a piedi. Circa trenta persone, tra cui anche degli ultraottantenni, sono isolate; e si può arrivare alle loro case solo attraversando a piedi un cantiere edile privato. Ambulanze, servizi postali e di pubblica sicurezza, per non parlare del resto, non possono avvicinarsi con i propri mezzi a quelle abitazioni. Una situazione – mi si perdoni il sarcasmo fuori luogo- da terremotati. Il comune, a cui compete la manutenzione della via, si è limitato a transennare e a chiudere l’accesso effettivamente troppo pericoloso; e così, dopo più di due mesi il disagio per quelle decine di abitanti rimane tale e quale.
Quanto tempo e quante riunioni dovranno aspettare quegli sfortunati cittadini per poter di nuovo raggiungere tranquillamente le proprie case? A chi compete emanare un provvedimento d’urgenza per risolvere la situazione? Perché quando ci sono delle vere emergenze che coinvolgono la cittadinanza non si trovano mai i soldi mentre si spendono decine di milioni per infrastrutture assolutamente inutili?
Le consigliere comunali di Rifondazione Comunista stanno preparando in proposito un’interrogazione al sindaco Masi.
Angela Bindi
Consigliere comunale PRC – Sovicille
Nella prima settimana di febbraio una frana ha interessato Via Alta, una strada senza sfondo nella parte vecchia dell’abitato. L’unica via di accesso alle abitazioni di dieci famiglie è crollata e non è più transitabile nemmeno a piedi. Circa trenta persone, tra cui anche degli ultraottantenni, sono isolate; e si può arrivare alle loro case solo attraversando a piedi un cantiere edile privato. Ambulanze, servizi postali e di pubblica sicurezza, per non parlare del resto, non possono avvicinarsi con i propri mezzi a quelle abitazioni. Una situazione – mi si perdoni il sarcasmo fuori luogo- da terremotati. Il comune, a cui compete la manutenzione della via, si è limitato a transennare e a chiudere l’accesso effettivamente troppo pericoloso; e così, dopo più di due mesi il disagio per quelle decine di abitanti rimane tale e quale.
Quanto tempo e quante riunioni dovranno aspettare quegli sfortunati cittadini per poter di nuovo raggiungere tranquillamente le proprie case? A chi compete emanare un provvedimento d’urgenza per risolvere la situazione? Perché quando ci sono delle vere emergenze che coinvolgono la cittadinanza non si trovano mai i soldi mentre si spendono decine di milioni per infrastrutture assolutamente inutili?
Le consigliere comunali di Rifondazione Comunista stanno preparando in proposito un’interrogazione al sindaco Masi.
Angela Bindi
Consigliere comunale PRC – Sovicille