Tre punti su cui ragionare per il futuro di Siena
Come esponente del PdL, ma soprattutto come persona che vuole bene alla città ed è fortemente legata al territorio ed alle sue prestigiose istituzioni che vorrebbe veder primeggiare, ritengo che la linea di responsabilità sin qui tenuta dal partito di cui faccio parte, sia quella che deve permeare i delicati passaggi che probabilmente si andranno a determinare nel prossimo futuro.
Il bene primario è Siena con le sue istituzioni e le strumentalizzazioni non fanno parte della mia cultura e del mio modo di fare politica. La città sa che gli sbagli e le interferenze nascono da lontano. Non si può solo parlare di Antonveneta (scelta di fondo condivisibile ma con la grande pecca dell’elevato prezzo corrisposto) . Ricordo la Banca del Salento poi Banca 121, le continue richieste di contributi territoriali che hanno fatto optare la Fondazione per acquisti, operazioni ed elargizioni non certo di ampio respiro. Ma è stata la crisi economica di un mercato globale che ha messo in evidenza i limiti di alcune scelte politiche.
Sono convinto però che ancora vi siano spazi per mantenere il legame storico della Banca con il territorio, una Banca sana nei fondamentali che riesce a fare utili sia pure in questa fase difficile, attraverso il mantenimento delle quote di maggioranza azionaria da parte delle Fondazione,da sola o con altri soggetti che rappresentino comunque la collettività. Questo non è forse l’interesse della Banca intesa come entità economica che il mercato apprezzerebbe e valuterebbe con maggiore interesse ed attenzione se non vi fosse un azionista di riferimento. Ma noi siamo senesi e sappiamo quanto sia stato e sia importante avere a Siena la Sede della Fondazione e la DG del terzo gruppo Bancario italiano.
Allora mi permetto di porre all’attenzione una ipotesi, di cui ben comprendo le difficoltà che, nel caso si rendesse necessario un nuovo aumento di capitale per la Banca, potrebbe consentire, ampliando il coinvolgimento non solo territoriale, di mantenere comunque dei livelli di rappresentatività importanti se non maggioritari.
Un primo elemento è dato dal possibile ruolo dei dipendenti e dei pensionati della Banca che posseggono già circa un 3% delle azioni in circolazione. I sindacati in questo senso si stanno già muovendo e potrebbero essere adeguatamente supportati (associazione dipendenti azionisti). Un secondo elemento è dato dalla presenza di forte liquidità nei fondi di previdenza e complementari sempre dei dipendenti e pensionati del gruppo. Credo possano essere valutati anche investimenti che, compatibilmente con le normative vigenti, contemplino l’acquisizione di quote azionarie. Si tratterebbe di cifre importanti. Un terzo elemento potrebbe essere dato dalla costituzione di una specie di rete messa in essere dai 262 municipi della Regione e dalla Regione stessa unitamente ad altre istituzioni connesse a questi enti locali. In ultima analisi la richiesta di intervento della Cassa Depositi e Prestiti che potrebbe aprire alla Fondazione possibilità di futuri reintegri.
Ecco, questi semplici e certamente lacunosi suggerimenti, possono però aprire ad un confronto che veda al centro il solo interesse di “Siena” e la vera volontà di voltare pagina che deve animare chi ha governato sino ad oggi, iniziando da scelte di professionalità in ogni ambito, scevre da sollecitazioni, lasciando a chi vuole il compito di continuare a parlare solo di nomine.
(foto tratta dal profilo FB)