Enzo Martinelli suggerisce qualche soluzione utile

SIENA. Il sindaco di Siena Nicoletta Fabio, commentando le molte ambizioni manifestate da senesi e non senesi per far parte degli organi di gestione della Fondazione in fase di rinnovo, ha detto che il ruolo in atto recitato dall’Ente nel contesto pubblico non è affatto paragonabile a quello del passato, ma che forse molti protagonisti della vita politica cittadina non hanno ancora metabolizzato il cambiamento. Il patrimonio da amministrare si è ridotto a meno di un decimo di quello del primo decennio del secolo, e analogamente le somme da elargire ogni anno sono poca cosa rispetto a quelle… di una volta.
Per la verità i compensi previsti per i “gestori” dell’Ente non hanno subito grandi ritocchi e forse questo aspetto spiega la corsa per accostarsi alla greppia. Per altri versi la fase di rinnovo degli amministratori è davvero strana.
I mezzi di comunicazione riferiscono infatti soltanto i nominativi degli aspiranti alla nomina, quelli dei soggetti prescelti, dopo le immancabili discussioni all’interno dei partiti e delle coalizioni. Nessuno analizza e riflette sulla passata rendicontazione della Fondazione o discute sui futuri programmi.
Orbene, a meno che la deputazione uscente non abbia scritto tavole programmatiche permanenti e che quindi ai “nuovi” amministratori competa solo garantire “la continuità” gestionale, sarebbe utile verificare le scelte del passato e proporre qualche “idea nuova” per il futuro. Il fine? Innovare per aumentare la produttività e creare valore, direbbe Lovaglio (il Cristo che ha risuscitato il Monte).
Sarebbe utile, per esempio, ragionare sullo statuto della Fondazione elaborato in tempi drammatici, ormai superati, e se del caso rivisitarlo e aggiornarlo adeguandolo alle mutate esigenze della città. L’assetto organizzativo della Fondazione, da quello che si può capire dai conti consuntivi, risulta essere molto (troppo) oneroso, in rapporto alle somme annualmente “devolute”. Può essere ridimensionata la spesa corrente dell’Ente e quindi aumentata quella per le elargizioni?
Sempre a tal fine, una parte dell’imponente immobile che ospita la Fondazione può essere utilizzata per incrementare “le entrate”? Ferma restando la storica partecipazione della Fondazione alla vita della Chigiana, è ancora valida l’ipotesi di uscire con i propri rappresentati dai consigli di amministrazione di altri Enti, Società e Fondazioni? Pregressi amministratori proposero, senza successo, il distacco della Fondazione dalla Fises; l’ipotesi è ancora percorribile? Sul fallimento della Società di Toscana Life Sciences è tutto chiaro, comprese le scelte di “soccorso” della Fondazione?
Nell’annuale ripartizione degli utili (7-8 milioni), nel rispetto delle norme regolamentari del settore, anziché diluire gli interventi nei burocratici, molteplici “bandini”, non sarebbe utile ogni anno privilegiare un’importante progetto cittadino finanziando con il “resto” le altre richieste?
L’elettore comune ricorda che nell’ultima consultazione per eleggere il sindaco si presentarono una trentina di liste. Una pluralità di idee e progetti costruttivi oppure “una morta gora” in cui, di fatto, affoga la dialettica democratica e galleggiano solo i “nomi”?
Enzo Martinelli