SIENA. Da Pier Paolo Fiorenzani riceviamo e pubblichiamo.
“L’appello lanciato dall’ attore, regista e amico Francesco Burroni per il restauro della statua di Tito Sarrocchi, aderisco in pieno: per motivo di civica decenza, di dovuto decoro e riconoscente rispetto alla memoria dei Caduti per l’unità d’Italia. In passato il dibattito sul degrado, l’incuria e il deterioramento di alcune parti del pregevole monumento si era sempre arenato sulla discussa ipotesi, suffragata da numerose richieste,di riportarlo nella sua sede naturale davanti alle logge del Vestri in Piazza Indipendenza. Oggettive le difficoltà: senza prima liberarla dal traffico di veicoli privati e commerciali autorizzati, dai posteggi, dai tram e dai taxi. Nella primavera del 2011, 150° dell’Unità della Patria, un autorevole Comitato cittadino promosse un itinerario di rilettura storica di monumenti, luoghi e lapidi che ricordavano fatti e personaggi dell’epopea risorgimentale. Il percorso partiva proprio dalla Statua di Tito Sarrocchi ai giardini delle vie Pannilunghi – Fruschelli e si andava a concludere significativamente nel cortile dell’Università, al monumento ai Caduti di Curtatone e Montanara. Appresa questa notizia, proposi alla prima Giunta utile di restaurare il monumento e ripulirlo pure da ricorrenti scritte ingiuriose. Ne ebbi immediato incarico dal Sindaco Maurizio Cenni e, nel giro di pochi giorni, le maestranze dell’Ufficio Tecnico Comunale fecero il tempestivo miracolo : restauro dei gradini e del basamento, pulizia generale dell’0pera marmorea, ripristino di bronzi e fregi ormai mancanti e ricopiati da quelli del Monumento a Garibaldi,poco distante. Vado a memoria, ma all’apertura dell’itinerario storico-culturale, guidato dalla sapienza di Giuliano Catoni, la città fece bella figura. Io rappresentai il Comune di Siena ed ebbi l’onore di avere al braccio Mauro Barni. Non cito altri concittadini per non fare alcun torto di memoria, ma ricordo l’epica prosa di Francesco Burroni. Tutti avevamo all’occhiello un fiocco tricolore. La manifestazione, di folla crescente, riuscì in pieno. Anche per questo bel ricordo, sottoscrivo l’appello di Francesco Burroni, mentre posso testimoniare che non sempre l’Amministrazione Comunale ha lasciato l’insigne monumento nell’incuria e nell’abbandono. Per parte mia, sono tornato pubblicamente a scrivere sull’annosa questione anche il !5 novembre 2015”.