Intervento sulla recente sentenza sul nuovo stadio d'Isola d'Arbia
SIENA. Dopo la sentenza del Tribunale di Siena di piena vittoria nel primo grado della causa civile promossa dai progettisti del nuovo Stadio di Isola d’Arbia, il Comune di Siena si è subito affrettato a mettervi il cappello politico, senza fare menzione – seppure minima – al contestuale, pieno riconoscimento di assoluta correttezza amministrativa dell’operato di Sindaco e Giunta in carica dal 2001 al maggio 2011, i quali, per una sorta di furbesco scaricabarile, erano stati ingiustamente chiamati in causa dall’ATI, dopo il diniego del Comune di pagare agli stessi progettisti un presunto credito di euro 450 mila. Non sto a ripercorrere i termini – delibere alla mano – della mia dettagliata e documentata replica (22.05.2015, pag. 10) al Corriere di Siena, che aveva sparato a grossi titoli e in modo quantomeno impreciso la notizia di questa causa civile.
L’attuale comunicato stampa del Comune non soltanto non reca civico vanto dell’assoluta correttezza, sancita dal Tribunale, di noi Amministratori ingiustamente coinvolti, ma non spende nemmeno una parola di compiacimento, ovvero di solidarietà umana e politica, stante il travaglio subito (shoc anche nelle famiglie) e le spese già sostenute. Almeno un po’ di buon senso avrebbe dovuto sconsigliare l’appropriazione tout court della vittoria, bensì un’ equa attestazione e condivisione di tanto positivo risultato perseguito dal fior fiore di Avvocati a nostro patrocinio. Secondo l’insegnamento cateriniano si è prestati al pubblico servizio, si amministra pro-tempore e ovviamente nell’interesse del Comune che, però, al momento della nostra chiamata in causa, tacque e sembrò addirittura defilarsi
Leggo, inoltre, la volontà dell’Amministrazione in carica di “pianificazione urbanistica dell’area di Isola d’Arbia” e – prosegue il comunicato – di “ricollocare nella conca del Rastrello la destinazione urbanistica dello Stadio comunale nell’ambito del nuovo piano operativo”: formulo anch’io l’auspicio che a certi recenti progetti cementificatori non venga nemmeno consentito di rifare capolino.
Pier Paolo Fiorenzani