SIENA. Non Lo credo di memoria corta. Ricordo all’amico Francesco Giusti che, su “orgiastici e pervertiti”, mi entrò in ballo il 7 gennaio 2017 con dichiarazione firmata a pag.9 del Corriere di Siena dove, a pag. 4, gli risposi il giorno dopo. Giust’appunto “a dire il vero”, nell’assemblea MPS del 18 .07.2013, non esordii nel modo ‘laudativo’ che, a chiusura dell’attuale uscita, il Giusti mi attribuisce. Tutt’altro. Verbale notarile alla mano, il mio fu in intervento duro in molti passaggi (abolizione del vincolo al 4%, accentramento di poteri istituzionali, danni ai piccoli azionisti, ecc.).
Giusti ha estrapolato una frase che, in apertura, leggevo direttamente dal testo di una lettera (posso mostrarla,anche se il verbale non virgoletta) di Fabrizio Viola inviata ,nel Marzo s.a., a tutti i depositanti. L’AD, magnificate – lui, non io – le qualità della Banca, aveva scritto e fatto ripetere, anche da un convegno a Rocca Salimbeni, che il Monte doveva tornare alla sua “vocazione naturale di Banca commerciale, con una presenza distintiva nei territori”. Nell’intervento citai quello che Viola (e pure Profumo) scriveva, ovvero che se: “la nostra è una banca solida e trasparente con management forte e coeso, impegnato in un piano industriale di rilancio molto incisivo e per portare il Monte alla sua vocazione naturale”, se ne poteva dedurre che, pertanto, era stata del tutto inutile, anzi fortemente dannosa, la sua trasformazione in SpA, peraltro non obbligatoria, dato che “si predica ora di dover ritornare alla banca commerciale” del territorio mentre, negli anni dell’improvvido miraggio SpA, “questo modello” di cinque secoli “veniva esorcizzato come magro futuro di un banca regionale”.
Se Giusti avesse riferito anche la mia frase immediatamente successiva a quella di Viola da lui citata e che così attaccava: “ tuttavia questo periodo del nuovo management, un periodo di lacrime e sangue, di tagli impietosi e precarizzazione dei lavoratori, di esodi forzosi e talune assunzioni costose, d’impoverimento professionale, ci conferma in una filosofia diversa e alternativa”. Se Francesco avesse riportato anche queste mie critiche testuali, gli sarebbe mancata materia per intervenire ancora.
Pier Paolo Fiorenzani