SIENA. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento integrale del consigliere comunale, Laura Sabatini, sulla vicenda dell’Enoteca Italiana.
Grazie Presidente. Saluto tutti i presenti. Faccio una piccola premessa per dire che non c’è più nessun ente, nessuno della città, che goda buona salute, anzi i più sono agonizzanti o sono proprio deceduti. Questo, l’Enoteca, è l’ultimo deceduto della serie. Dove il PD, il partito generato dal matrimonio di DS – Margherita, ha messo le mani con i suoi amministratori ha seminato il disastro, la distruzione di enti e aziende (non ultima le banche e la nostra banca di grande pregio).
Che peccato, i nostri padri e i nostri nonni non meritavano che fosse fatto tutto questo. Loro avevano dato la vita perché questa città continuasse a essere prospera e per continuare una vita decente per i suoi nipoti. Ma non si vergognano questi uomini, questi grandi amministratori, politici amministratori, che l’hanno ridotta in questo modo? Non ne ho sentito uno che abbia avuto l’onestà, ma credo anche l’intelligenza, di ammettere la responsabilità di ciò che vediamo oggi sotto i nostri occhi.
Faccio un esempio: la Francia con grande potenza e forza si è adoperata e si adopera per i propri vini. In Francia le Camere di Commercio decidono tutte insieme, riuniscono tutti e stabiliscono addirittura il prezzo minimo per i loro prodotti della viticoltura e non lo vendono mai sottoprezzo come se fosse a scapito, dando forza al loro prodotto per non farlo ridurre a un qualcosa di bassa qualità, come fosse un vino importato.
In Francia le Camere di Commercio sono delle vere e proprie macchine da guerra a sostenere i singoli produttori in loco per quanto riguarda la vendita in loco, ma anche sia la produzione sia la pubblicizzazione in loco, ma soprattutto all’estero. Noi purtroppo abbiamo subito senza controlli, perché in Francia le Camere di Commercio hanno anche un’azione di controllo, in loco la storia del Merlot e del Brunello. Noi abbiamo fatto anche queste brutte figure con grandi frodi, che peraltro sono state appurate e in parte contenute.
Il problema si risolverà pian piano da solo. Mi chiederete come; con l’abbandono delle coltivazioni. In primo luogo perché non ci sarà chi avrà una capacità espansiva sia sulla produzione sia soprattutto sull’esportazione dei nostri prodotti e soprattutto per la cecità del legislatore sia nazionale sia regionale sul fenomeno della distruzione delle coltivazioni, perché ormai siamo invasi e le colture sono invase da caprioli e cinghiali, la coltura del mais è già stata abbandonata, quindi noi abbiamo solo materiali importati. Le cose si risolveranno da sole. Pian piano ci sarà anche chi invece di continuare a fare produzione della viticoltura, siccome le vigne vengono demolite, lavorano un anno per arrivare alla vendemmia e gli animali devastano i nostri vitigni.
La Mostra Enoteca Italica, fondata nel 1960, è la mostra mercato nazionale del vino DOC, ICG e di pregio, i vini DOC, gli IGP, i vini DOP, ed è stata fondata per far conoscere, promuovere e valorizzare i grandi vini e le realtà vitivinicole nazionali. Il socio fondatore è il Comune di Siena, addirittura come Ente Enoteca fu istituito nel 1933 con regio decreto e poi fu riconosciuta nel 1950 dal decreto del Presidente della Repubblica.
Ha promosso una marea di corsi, degustazioni, convegni educativi e conoscitivi, pubblicazioni, l’Atlante del territorio del vino, il libro dei vini DOC e ICG e viaggi fra i vitigni autoctoni italiani; non si contano quanti sono stati questi eventi nel passato. Ha supportato tutte le organizzazioni che sono nate dopo, tutti i piccoli e i grandi consorzi, tutti si sono serviti dell’Enoteca italica per farsi conoscere in Italia e nel mondo, ma gli è capitata una grande disgrazia, come quella mamma che aveva partorito tanti figli e che alla fine è stata uccisa, prosciugata, dai figli affamati e avidi.
Mi viene da dire un’altra cosa. Non si può chiudere un ente così; è l’unico nel mondo a essere riconosciuto rappresentante del vino italiano, utile e indispensabile alla promozione del vino. Secondo il Sindaco e la sua Giunta da oggi, ma anche Regione e la Provincia fino al 2014 e le Camere di Commercio, l’ente non esisterà più. Questa è l’ennesima istituzione cittadina distrutta, cancellata dal panorama cittadino, ma la cosa più brave è che tutto ogni volta avviene nel più completo silenzio, come se fossero fatti capitati per caso o all’improvviso. L’Enoteca ha favorito e caldeggiato la crescita e l’origine anche di Vinitaly, che guarda caso, siccome si dice che qua non c’erano delle costruzioni così grandi e capaci da accogliere le mostre di Vinitaly, è stato portato via a Verona. Invece non è vero neanche questo perché noi ne abbiamo di grandi locali che avrebbero potuto essere utilizzati.
Addirittura il Re d’Italia riconosceva a Siena il ruolo di ambasciatrice del vino italiano nel mondo. Tutte le associazioni del vino e dell’olio presenti in città e i vari consorzi del vino, ma anche le singole aziende che hanno pocciato da questo ente, che via via si sono serviti dell’Enoteca come trampolino di lancio per il loro lancio, per farsi conoscere nel panorama vinicolo, perché non fanno qualcosa e si uniscono per salvare questo ente prestigioso? Mi viene in mente un film, “L’attimo fuggente”, quando tutti gli alunni salgono sopra i banchi per difendere il professore Keating che se ne va dicendogli “Capitano, mio capitano”. È una cosa che fa venire le lacrime agli occhi.
Perché tutti questi non salgono sopra al tavolino e dicono “capitano, mio capitano”? Proviamo a salvare questo ente prestigioso. Noi disobbediamo. La disobbedienza deve nascere spontanea. Basta, la nostra libertà dipende da noi; è soltanto una questione di volontà. Anche noi saliamo in cima al banco.
Poi mi viene in mente un’altra favola, quella di Charles Perrault, la storia di Pollicino, tradotta in italiano da Collodi. Lui rinuncia addirittura a mangiare per salvare la sua famiglia, la sua mamma, il suo babbo e sette fratellini, però mentre rinuncia a mangiare contemporaneamente impara a usare l’intelligenza, i suoi occhi e le sue orecchie per salvare i sette fratellini. Come fa? Prima usa i sassolini per ritornare perché, siccome il babbo non gli può dare da mangiare, li abbandona nel bosco sperando che qualcuno li aiuti. Questi con i sassolini ritornano a casa. Poi scambia i cappellini dei sette fratellini con le sette sorelline quando viene preso nel bosco dall’orco che vorrebbe mangiarli e in quel modo salva i fratellini. Proviamo anche noi a salvare i nostri fratellini e la nostra famiglia. Mi appello a tutti voi, Consigliere, senza classifica né di maggioranza né di minoranza. Non pigiamo questo tasto verde, non gliela diamo la facoltà di passare con il semaforo verde. Grazie.