di Silvana Biasutti
SIENA. Il presidente è lui – Sergio Mattarella – e oggi mi ha regalato un sorso di vera freschezza in una giornata afosa e burrascosa assai. E il fatto che il dono mi (ci!) sia giunto dalle pagine sempre un po’ ingessate del Corriere della Sera, fa sì che valga il doppio.
È successo che Mattarella, intervistato da Marzio Breda, abbia parlato a lungo, e spiace che l’intervista ci giunga in una forma che non dà conto fino in fondo (almeno a mio modesto parere) del ritmo del dialogo con il Presidente, ma solo riporti virgolettate le chiose ai libri di cui egli parla.
Sì, perché proprio questo è lo scandaloso tema dell’intervista, a cui viene dedicata una doppia pagina piena, con magnifico titolo “Ragazzi, partite da Dostoevskij” che poi è l’invito mattarelliano ai giovani. Ma il Corrierone fa ancora meglio in prima, perché riporta un’esplicitazione riferita ai libri, che dovrebbe piacere anche al demo e al leghista, in quanto “Ragazzi, incominciate dai libri per capire la vita” è qualcosa che evoca un senso pratico che dovrebbe essere gradito, non solo a questi, ma persino allo sbrigativo e un po’ distratto presidente del consiglio pro tempore.
Ho dunque fatto un balzo sulla sedia, ed è stato un salto di pura gioia, perché, di questi tempi, mentre un presidente emerito continua a comunicare delle cose che hanno senso solo per la politica, le sue logiche e i suoi uomini, Sergio Mattarella, con freschezza tutta siciliana (v. granita alle more, e non è assolutamente un’allusione cheap, né pop, per chiunque abbia avuto la ventura di assaggiarne una, a Palermo, in questa stagione) manda un messaggio ai giovani, che è veramente strategico per il loro futuro.
Leggere è una garanzia per molte cose, innanzi tutto garantisce sofferenza, perché chi legge sa di più, vede di più, capisce di più, perciò inevitabilmente soffre di più rispetto a uno che sa meno, capisce meno e così via … Ma leggere è anche il passaporto per la felicità, per la consapevolezza delle proprie capacità, è esperienza e piacere, cioè allenamento a vivere.
Mi è piaciuto molto che questo Presidente ci abbia regalato un suo autoritratto da intellettuale; se non sbaglio è la prima volta che un inquilino del Quirinale si fa intervistare su questo tema rivoluzionario, anziché sulle logiche delle sedie occupate da questo e da quello, o altri simili argomenti di cui ai cittadini interessa ben poco.
Vuoi vedere – ho pensato – che nel prossimo futuro Sergio Mattarella, descritto o addirittura evocato, come troppo silenzioso, ci parlerà nuovamente di ciò che sta dentro e intorno a un libro e spiegherà – soprattutto ai giovani (ma non è mai troppo tardi per spegnere la tv) – che chi legge ha più potere, più strumenti per scegliersi un futuro, lasciando indietro le mezze tacche, gli orecchianti, e i quaquaraqua senza dignità, di cui scrive Sciascia … insomma, mi sono chiesta, con uno sfrizzolo di gioia, vuoi vedere che questo Presidente è uno che – finalmente – parla a proposito?