Riflessioni di Mario Ascheri sull'ipotesi di accorpamento
SIENA. C’è qualcosa che non torna in questo frenetico riformismo amministrativo che punta a risparmiare in modo sospetto. Non si eliminano le società pubbliche (la Regione può dire quante ne sono tate soppresse nell’ultimo anno?), che costano molto e non è detto che siano efficienti, ché anzi si parla di deficit clamorosi. Quanto meno bisognerebbe cercare di riformarle dopo approfondita discussione, e invece si dà per scontato che siano irriformabili e inaffondabili (come la ‘virtuosa’ Fondazione MPS di Siena, che è di categoria a sé, beninteso, sciagurata alla Giuliano Amato).
Che sia discorso poco credibile si pensi che sono MOLTO più numerosi i Comuni nelle aree PIÙ FUNZIONANTI DEL PAESE. I nostri amministratori non sanno, ahimè, che la Toscana, grazie al riformismo forte di Pietro Leopoldo, è Regione con molti meno Comuni, che non quelle!
Qualche esempio per i nostri capoccioni:
Toscana con i suoi circa 3,5 milioni di abitanti ha 287 Comuni.
Lombardia: abitanti che sono ben sotto le 3 volte la Toscana, ha 1547 Comuni, cioè 5 volte tanto!
Piemonte: con pochi abitanti in più (un 20%) ha più di 4 volte tanto dei Comuni toscani
Trentino-Alto Adige: con un settimo della popolazione toscana ha quasi i suoi Comuni. .
Anche l’Emilia Romagna ha pur sempre una buona percentuale di Comuni più della Toscana (riformismo pontificio?), e non parliamo dei pur molto risparmiosi Veneto e Liguria, scandalosi per i nostri riformatori…
Quindi un po’ di buon senso. E’ già difficile controllare i politici nei Comuni attuali, figuriamoci quando saranno mostruosamente grandi!
Uniamo i servizi a livelli territoriali adeguati secondo piani razionali sul piano economico, tagliamo le spese di gestione superflue, ma non allentiamo la controllabilità dei politici: tagliamogli i soldi soltanto.
Non è il momento di allentare i controlli. Riflettiamo: non vogliono neppure capire che cosa non ha funzionato nei disastri recenti; se lo sono mai chiesti? Non risulta: dobbiamo largheggiare nella fiducia? Lasciamo da parte le proposte ‘pelose’, badiamo al sodo.
Come favorire i referendum sul loro operato? Non mi risulta all’odg, o sbaglio?
Mario Ascheri