Nota firmata da Auser comprensoriale, Archivio UDI, Centro Mara Meoni, Dip. Pari opportunità CGIL, Donna Chiama Donna, Non Una di Meno
SIENA. La lingua riflette e racconta il mondo in cui viviamo, lo determina e influenza la struttura sociale. Noi siamo le parole che usiamo e che ascoltiamo, linguaggio e pensiero sono strettamente connessi, non avere segni per esprimere una realtà, infatti, non significa solo non poterla comunicare ma significa anche non poterla pensare. Per l’umanità esiste solo ciò che può essere nominato. Essendo il mezzo privilegiato attraverso cui costruiamo significati, la lingua stabilisce e costruisce i ruoli che verranno assunti dai parlanti.
La comunicazione pubblica, in particolare, ha un ruolo strategico nel diffondere una cultura contraria alle discriminazioni, una cultura in grado di fronteggiare gli stereotipi e di promuovere modelli sociali, lavorativi e culturali in cui tutti i soggetti si possano riconoscere. Inoltre una comunicazione attenta ai generi è garanzia di visibilità della complessità dei ruoli maschili e femminili nella società di oggi e lancia la sfida alla costruzione di pari opportunità in tutte le sfere: sociale, familiare, professionale.
Come scrive Cecilia Robustelli, “A fronte di un’ascesa in ruoli, carriere, professioni e visibilità delle donne non esiste un’adeguata trasformazione della lingua, che usa il maschile attribuendogli una falsa neutralità. Quasi non esistono documenti ufficiali in cui sia indicata la differenza di genere”.
Adottare uno sguardo di genere nel lavoro di comunicazione di un Ente pubblico aiuta a cambiare la prospettiva e a considerare che al centro non c’è il soggetto neutro, ma ci sono donne e uomini, anziane/i e giovani, autoctone/i e nuove/i residenti.
Le parole non si limitano a dire l’esistente, esse hanno il potere di costruirlo e aprire nuovi orizzonti. La lingua non serve solo a comunicare informazioni, essa è il luogo privilegiato di costruzione di sé, della propria identità personale e sociale. L’uso di un linguaggio sessuato è di fondamentale importanza per un reale superamento delle disuguaglianze di genere ancora fortemente presenti nella nostra società.
Il cambiamento linguistico è un fenomeno significativo, non è casuale e non può essere inconsapevole, richiede sforzo e attenzione, e dipende dalla volontà delle/dei parlanti.
Ci indigna che la nuova Giunta comunale di Siena, riproducendo vieti stereotipi, non accolga gli indirizzi di linguiste e linguisti largamente accreditati e, in particolare, dell’Accademia della Crusca, cancellando a tutti gli effetti la Delibera approvata dalla precedente Amministrazione anche su sollecitazione delle associazioni femminili e femministe della città, Del. n. 393 del 3/11/2016, “UTILIZZO di linguaggio non sessista negli atti e documenti del Comune di Siena”.
Riteniamo questa scelta un attacco alla libertà femminile e alla costruzione di una società pienamente paritaria.
Auser comprensoriale, Archivio UDI, Centro Mara Meoni, Dip. Pari opportunità CGIL, Donna Chiama Donna, Non Una di Meno