SIENA. E così in questi giorni abbiamo appreso che un altro pezzo della nostra storia se ne va, La Sapori, prestigioso marchio di Siena, così legato alla città tanto da affermare in una famosa pubblicità: “ chi dice palio dice Siena, chi dice panforte dice Sapori “ sparirà completamente dal nostro territorio.
La decisione sembra sia presa e sia tra l’altro irremovibile, l’attuale proprietà non ha dubbi, gli impiegati commerciali saranno trasferiti a Milano, mentre la produzione di cantucci e ricciarelli si trasferirà a Tavernelle Val di Pesa, cosa accadrà per gli altri tipici è cosa da vedere, ma di sicuro non faranno più parte della produzione Sapori e il personale ? a casa.
Di sicuro l’opposizione del comune di Monteriggioni, l’opposizione del comune di Siena, l’opposizione della amministrazione provinciale di Siena non staranno solo a guardare e con la consapevolezza del ruolo che gli spetta, faranno quanto possibile per impedire questa sciagurata operazione, ma alcune domande sorgono spontanee.
L’attuale governo di questa città e di questa provincia, ha davvero capito cosa significa questa azienda, ha davvero compreso cosa stiamo perdendo? Sicuramente no, perché altrimenti ci sarebbero state maggiori attenzioni sulle varie operazioni che nel tempo sono state effettuate, a tal proposito voglio prima ricordare l’operazione immobiliare di Viale Cavour, in quella occasione l’antica fabbrica di Siena dava lavoro, tra dipendenti fissi e stagionali, a centinaia di persone, ed era l’aspirazione di molte famiglie senesi, ma poi alla fine venne sacrificata in cambio di appartamenti e uffici, certo più redditizi per pochi, ma sicuramente dannosi per tanti e così si spostò a Fornacelle nel comune di Monteriggioni. Poi le difficoltà intervenute successivamente, la posero nella necessità di trovare nuovi investitori e così arrivò il salvatore, un certo sig. Colussi, che la comprò con poco e la lascerà contento. Lascerà il sito, ma non il marchio, quello se lo porterà via.
Si perché è giusto dirlo, in questi ultimi tempi, in aiuto appunto all’azienda e a chi ci lavora è intervenuto il piano strutturale del comune di Monteriggioni, che ha fatto certamente intravvedere la possibilità di una nuova operazione immobiliare e questo di sicuro non favorisce ripensamenti.
Ma un’altra domanda dobbiamo porci, perché anche questo imprenditore tra l’altro arrivato davvero da poco, va via dal nostro territorio, esattamente come fece la Bayer poco tempo fa, perché sceglie Tavernelle Val di Pesa e non decide invece di restare a Siena o dintorni ? Non ci aspettiamo delle risposte, perché non ci saranno, ci saranno invece ancora una volta una serie infinita di giustificazioni sterili quanto inutili, nessuno si porrà il problema delle infrastrutture che mancano, del costo, a causa di una viabilità che impedisce in ogni modo possibile l’accesso ai mezzi pesanti, delle difficoltà dei trasporti, e forse ancora una volta, sentiremo dire che sono stati fatti tavoli istituzionali alla presenza dei sindacati, della provincia e dell’imprenditore, come se questo fosse un dato sufficiente a risolvere i problemi.
Oggi da senese, che da sempre vive il proprio legame con questa città mi sento di poter dire che è davvero l’ora di farla finita, di smettere di pensare che tutto possa essere limitato a discussioni politiche irrilevanti, vedi il recente dibattito in consiglio comunale a proposito della cittadinanza onoraria di Mussolini, quando ci troviamo invece di fronte a situazioni nelle quali non riusciamo a prevedere nulla, a fare nulla, come se gli eventi si rincorressero senza alcuna possibilità di essere modificati.
La vicenda della Sapori dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, la totale mancanza di progettualità, di capacità di gestire il territorio pensando al suo futuro, qui non si tratta di azienda in crisi, ma di azienda che abbandona il territorio di Siena scegliendone un altro, esattamente come fece la Bayer di Rosia nel comune di Sovicille, in questo caso si tratta di cinquanta lavoratori a tempo pieno e di altri duecento stagionali che perderanno il loro lavoro e questo è sicuramente un fatto grave, il più grave di tutti, ma credetemi non possiamo neppure pensare di avere futuro continuando a perdere pezzi della nostra storia, perché la Sapori rappresenta questo, la nostra storia e chi governa sul nostro territorio, dovrebbe difenderla con tutto l’impegno possibile.
Massimo Mori
Consigliere provinciale gruppo PDL
La decisione sembra sia presa e sia tra l’altro irremovibile, l’attuale proprietà non ha dubbi, gli impiegati commerciali saranno trasferiti a Milano, mentre la produzione di cantucci e ricciarelli si trasferirà a Tavernelle Val di Pesa, cosa accadrà per gli altri tipici è cosa da vedere, ma di sicuro non faranno più parte della produzione Sapori e il personale ? a casa.
Di sicuro l’opposizione del comune di Monteriggioni, l’opposizione del comune di Siena, l’opposizione della amministrazione provinciale di Siena non staranno solo a guardare e con la consapevolezza del ruolo che gli spetta, faranno quanto possibile per impedire questa sciagurata operazione, ma alcune domande sorgono spontanee.
L’attuale governo di questa città e di questa provincia, ha davvero capito cosa significa questa azienda, ha davvero compreso cosa stiamo perdendo? Sicuramente no, perché altrimenti ci sarebbero state maggiori attenzioni sulle varie operazioni che nel tempo sono state effettuate, a tal proposito voglio prima ricordare l’operazione immobiliare di Viale Cavour, in quella occasione l’antica fabbrica di Siena dava lavoro, tra dipendenti fissi e stagionali, a centinaia di persone, ed era l’aspirazione di molte famiglie senesi, ma poi alla fine venne sacrificata in cambio di appartamenti e uffici, certo più redditizi per pochi, ma sicuramente dannosi per tanti e così si spostò a Fornacelle nel comune di Monteriggioni. Poi le difficoltà intervenute successivamente, la posero nella necessità di trovare nuovi investitori e così arrivò il salvatore, un certo sig. Colussi, che la comprò con poco e la lascerà contento. Lascerà il sito, ma non il marchio, quello se lo porterà via.
Si perché è giusto dirlo, in questi ultimi tempi, in aiuto appunto all’azienda e a chi ci lavora è intervenuto il piano strutturale del comune di Monteriggioni, che ha fatto certamente intravvedere la possibilità di una nuova operazione immobiliare e questo di sicuro non favorisce ripensamenti.
Ma un’altra domanda dobbiamo porci, perché anche questo imprenditore tra l’altro arrivato davvero da poco, va via dal nostro territorio, esattamente come fece la Bayer poco tempo fa, perché sceglie Tavernelle Val di Pesa e non decide invece di restare a Siena o dintorni ? Non ci aspettiamo delle risposte, perché non ci saranno, ci saranno invece ancora una volta una serie infinita di giustificazioni sterili quanto inutili, nessuno si porrà il problema delle infrastrutture che mancano, del costo, a causa di una viabilità che impedisce in ogni modo possibile l’accesso ai mezzi pesanti, delle difficoltà dei trasporti, e forse ancora una volta, sentiremo dire che sono stati fatti tavoli istituzionali alla presenza dei sindacati, della provincia e dell’imprenditore, come se questo fosse un dato sufficiente a risolvere i problemi.
Oggi da senese, che da sempre vive il proprio legame con questa città mi sento di poter dire che è davvero l’ora di farla finita, di smettere di pensare che tutto possa essere limitato a discussioni politiche irrilevanti, vedi il recente dibattito in consiglio comunale a proposito della cittadinanza onoraria di Mussolini, quando ci troviamo invece di fronte a situazioni nelle quali non riusciamo a prevedere nulla, a fare nulla, come se gli eventi si rincorressero senza alcuna possibilità di essere modificati.
La vicenda della Sapori dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, la totale mancanza di progettualità, di capacità di gestire il territorio pensando al suo futuro, qui non si tratta di azienda in crisi, ma di azienda che abbandona il territorio di Siena scegliendone un altro, esattamente come fece la Bayer di Rosia nel comune di Sovicille, in questo caso si tratta di cinquanta lavoratori a tempo pieno e di altri duecento stagionali che perderanno il loro lavoro e questo è sicuramente un fatto grave, il più grave di tutti, ma credetemi non possiamo neppure pensare di avere futuro continuando a perdere pezzi della nostra storia, perché la Sapori rappresenta questo, la nostra storia e chi governa sul nostro territorio, dovrebbe difenderla con tutto l’impegno possibile.
Massimo Mori
Consigliere provinciale gruppo PDL