L'ex consigliere amareggiato per le decisioni del comitato provinciale

SIENA. Sono stato tra i fondatori, nel 2007, del PD a Siena, primo capogruppo in Consiglio Comunale per tre anni ed assessore ai lavori pubblici fino a giugno scorso. Per problemi di salute di un familiare, che se occorre, per i malpensanti, posso ampiamente certificare, sono stato impossibilitato a partecipare alle primarie del 25 novembre scorso.
Ho provveduto venerdì 30 ad inoltrare la richiesta di registrazione per l’effettuazione del ballottaggio di domenica 2 dicembre, tramite la compilazione del modello online presente su www.domenicavoto.it, ricevendo in seguito la relativa ricevuta (di cui allego copia). Nella stessa si precisava che sarebbe stato il Coordinamento Provinciale competente per territorio a valutare la consistenza delle motivazioni. Mi si diceva inoltre che entro sabato 1 dicembre sarei stato informato rispetto all’esito della richiesta (accolta o respinta). Ho atteso invano l’intera giornata di S. Ansano, ma non mi è giunta alcuna comunicazione.
Oggi apprendo dalla stampa che delle 4600 richieste inoltrate al Coordinamento Provinciale si Siena (di cui 1970 solo a Siena), solo tre sono state accolte.
Appare quindi fin troppo evidente che, ancora una volta, è stato posto in essere dal PD senese uno sbarramento per impedire di aprirsi democraticamente al giudizio dei cittadini.
Non sapendo come arginare il risultato stravolgente del primo turno, Guicciardini e Carli, come ormai ci hanno abituato, ritirano fuori i fantasmi dell’inquinamento e degli infiltrati, impedendo così al Pd di accogliere ulteriori adesioni al centrosinistra ed all’appello “Italia Bene Comune”.
Complimenti! Un’altra dimostrazione del muro che si continua ad innalzare tra il regime dei professionisti di partito e la gente comune. Un’altra occasione persa, forse l’ultima, per offrire una speranza di rinnovamento della politica.
In questo momento sono profondamente amareggiato, per le numerose situazioni che si sono verificate in questi ultimi mesi. Dispiaciuto per l’enorme impegno che ho profuso in questi anni nell’affermare valori di democrazia e condivisione, calpestati da pochi dirigenti dell’apparato partitico. Oggi mi domando se per sostenere questi valori ed il bene comune, sia ancora possibile far parte del Partito Democratico.
Luciano Cortonesi