Il giovane "deluso" dal PdL ribatte con decisione

SIENA. Caro Claudio, ho letto la tua replica e l’ho fatto con sincero piacere: sì, non solo perché hai dimostrato di di essere veramente interessato alle opinioni delle “facce nuove e dei giovani” cui alludevi nell’intervista del 24 settembre scorso, ma anche perché, con le tue righe, hai confermato ciò che pensavo e mi ha spinto a scriverti. D’altro canto la disponibilità a prestare attenzione alle mie perplessità sembra venir meno quando nemmeno troppo larvatamente mi accusi di scrivere per conto di terzi: qui sbagli di grosso, perché non sono abituato ad appaltare l’uso del mio cervello e della mia firma; posso capire che le ultime battaglie politiche, tra amici che ti appaiono come nemici e nemici che d’improvviso balzano al tuo fianco, possano averti gettato fumo negli occhi, ma non vorrei che l’accusa che mi lanci potesse ritorcersi contro di te e le tue scelte future.
Vedi, Claudio, il mio attacco non è personale e sei una persona troppo esperta per non averlo capito: rubricarlo come tale significa svilirne i contenuti e far passare una critica che tuttora ritengo legittima per la voce isolata di una minoranza gelosa ed estremista, sprovvista del senso civico che secondo le tue parole dovrebbe caratterizzare l’alleanza cui accenni.
Qui però, anziché confortarmi con una maggiore precisione, mi sembri mantenerti sul vago: quali sono i progressisti di cui parli, quale la responsabilità e l’impegno civico di cui sono bardi, quali le idee che ci dovrebbero contaminare (brutto verbo, ma azzeccatissimo, temo), ma soprattutto quali le nostre idee? Cosa propone il Pdl di nuovo, di alternativo, di discontinuo rispetto al passato? Credo siano queste le domande da porsi, magari trovando risposte adeguate per una città che è cresciuta abbastanza per credere a novelle come quelle del rinnovamento nel segno della continuità.
Parli, a proposito della nuova coalizione, di un qualcosa di tutto diverso e mai visto prima: non vorrei si trattasse di un accordo o addirittura di una esplicita alleanza proprio con coloro che, pienamente responsabili della situazione attuale, vorrebbero farci credere di possedere la ricetta per uscirne. Sono convinto che non sia così, ma lo vorrei sentire da te: novità di questa portata non sono indicate per chi abbia veramente a cuore le sorti di questa città.
Edoardo Conticini
Vedi, Claudio, il mio attacco non è personale e sei una persona troppo esperta per non averlo capito: rubricarlo come tale significa svilirne i contenuti e far passare una critica che tuttora ritengo legittima per la voce isolata di una minoranza gelosa ed estremista, sprovvista del senso civico che secondo le tue parole dovrebbe caratterizzare l’alleanza cui accenni.
Qui però, anziché confortarmi con una maggiore precisione, mi sembri mantenerti sul vago: quali sono i progressisti di cui parli, quale la responsabilità e l’impegno civico di cui sono bardi, quali le idee che ci dovrebbero contaminare (brutto verbo, ma azzeccatissimo, temo), ma soprattutto quali le nostre idee? Cosa propone il Pdl di nuovo, di alternativo, di discontinuo rispetto al passato? Credo siano queste le domande da porsi, magari trovando risposte adeguate per una città che è cresciuta abbastanza per credere a novelle come quelle del rinnovamento nel segno della continuità.
Parli, a proposito della nuova coalizione, di un qualcosa di tutto diverso e mai visto prima: non vorrei si trattasse di un accordo o addirittura di una esplicita alleanza proprio con coloro che, pienamente responsabili della situazione attuale, vorrebbero farci credere di possedere la ricetta per uscirne. Sono convinto che non sia così, ma lo vorrei sentire da te: novità di questa portata non sono indicate per chi abbia veramente a cuore le sorti di questa città.
Edoardo Conticini