L'analisi di Mario Ascheri sulle amministrative
SIENA. Le deplorevole frammentazione è stata punita con l’astensione e con risultati, come si prevedeva, talora bizzarri. La prima lista è risultata quella inesistente fino a pochi mesi fa! C’era però il logo del politico di rango e che si era schierato eccome ai tempi disastrosi dell’Antonveneta!
Valentini in prima posizione (ma altrove si è a 40% e oltre!) grazie al logo PD, al rassegnato impegno di molti e all’impegno suo recente, ma le sue promesse inadempiute e l’ingiustificata spocchia quinquennale non giovano alla sua credibilità. Anche la Lega è molto logora, vista la performance non esaltante degli ultimi tempi.
Alessandro Vigni, con buona campagna alle spalle, non dà indicazioni di voto, ma lascia aperta una domanda implicita e imbarazzante: chi tra Valentini e De Mossi è più vicino al fascismo come costume politico, di imposizioni d’autorità senza sentire la cittadinanza (l’offerta di Valentini ai 5 stelle, malmenati in ogni modo in questi anni non è sfacciata)? De Mossi si è esposto troppo con il centro-destra? Ma vista la scarsa presa delle tre liste questo può pretendere molto da lui, un po’ più civico, sia chiaro, dell’In Campo?
I liberaldemocratici antifascisti (sul serio, non da celebrazioni e regolamento comunale) che non hanno rappresentanza politica oggi possono votare. Ma devono pretendere comportamenti precisi da De Mossi, se vuole essere votato. Intanto un accordo alla luce del sole con Piccini, che avrà mille difetti ma non quello di non avere buona esperienza e scienza di cosa si deve fare (e non aderire a Valentini, dopo il molto che ne ha detto): De Mossi s’imponga sul centro-destra per un ragionevole e riequilibrante apparentamento con lui.
Secondo, proclami di voler andare oltre la propria lista: con Piccini alleato o no, c’è da costruire quel movimento civico senese democratico, seriamente organizzato, stabile, che tanti si aspettano da anni e che la crisi dei partiti (5 stelle compreso) impone a Siena.
Vigni, Sportelli, Chiti, Pinciani ci pensino: si chieda una svolta della politica cittadina a De Mossi come sindaco-garante.
E senza aderire ovviamente al centro-destra. Questo abbia l’intelligenza di non ostacolare lo sviluppo qui auspicato. Non di sprecare una possibilità seria ma tutt’altro che sicura.
Mario Ascheri