"Così le spoglie della banca più antica del mondo si giocano ai dadi di un inutile (per gli equilibri di governo) seggio elettorale. Povera Siena, se sono queste le mani cui intendi affidarti!"
SIENA. C’è un assembramento, oggi, sotto la statua di Sallustio Bandini. I “silenti” dei mesi scorsi fanno a gara a chi, ora, leva più alta la voce contro quello spezzatino del Monte apparecchiato dall’ex ministro ed ex deputato “senese” Pier Carlo Padoan.
Lamentazioni e invettive che suonano come lo stagno delle monete false. Grossolani tentativi di mascherare una tacita accettazione di quanto sta accadendo. Non ci fossero state le suppletive, molte di quelle voci, avrebbero continuato a non farsi udire.
Così le spoglie della banca più antica del mondo si giocano ai dadi di un inutile (per gli equilibri di governo) seggio elettorale. Povera Siena, se sono queste le mani cui intendi affidarti!
Ci sono, però, ancora margini per combattere la giusta battaglia: il ristoro del capitale investito dallo Stato non può avvenire, per quest’ultimo, in perdita, cosa che avverrebbe, vista l’erosione del valore delle azioni continuata dall’ingresso del MEF, aggravata dalla dote fiscale posta sul tavolo. Lo dice la direttiva UE sui salvataggi bancari. Lo abbiamo scritto anche al Presidente dell’Europarlamento.
Ripartiamo da qui, se vogliamo davvero salvare l’esistenza dell’unica banca con testa pensante – e decisionale – in Toscana.
Le carte sono scoperte. Si aspettano i giocatori.
Associazione Confronti