A scrivere è stata la garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, prendendo spunto dalle parole di una giovane rifugiata nella metropolitana di Kiev
FIRENZE. La garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, prendendo spunto dalle parole di una ragazza rifugiata nella metropolitana di Kiev scrive una lettera appello alle ragazze e ai ragazzi della Toscana: “Mi rivolgo a voi, affinché vogliate rendervi partecipi di questo stringente momento e riservare una particolare attenzione alla situazione che stanno vivendo le persone di minore età in fuga dal conflitto bellico in atto, adoperandovi per favorire una loro eventuale accoglienza nel nostro territorio regionale. La vostra presenza sarà un bene prezioso per loro e per tutti noi”.
A seguire il testo integrale della lettera:
“Alle ragazze e ai ragazzi della Toscana.
«Io non voglio morire, voglio solo che tutto questo finisca». Questa non è la voce di chi consapevolmente affronta ogni giorno una guerra che sa di dover combattere, con la paura di morire. È la voce drammatica di chi affronta ogni giorno, con la paura di morire, una guerra che non conosce e che ha il diritto di non conoscere. È la voce ingenua e disperata che esce, mista al pianto, dal cuore di una ragazza rifugiata nel freddo angusto di una metropolitana di Kiev, a causa di una guerra che per lei non trova né può trovare spiegazione alcuna. Una guerra folle, che strazia, calpesta sogni e ruba futuro. È la voce di tutti voi, ragazze e ragazzi, che portate negli occhi la vita, la speranza, il valore della fratellanza, il bene prezioso dell’amore.
Ogni guerra, infatti, è prima e innanzitutto una guerra contro le bambine ed i bambini e contro le ragazze ed i ragazzi come voi, che non chiedono di morire né di veder morire, ma di vivere liberi la bellezza della loro giovinezza.
Così questa guerra sciagurata che la Russia ha pervicacemente voluto scatenare nei confronti dell’Ucraina, sta devastando l’esistenza di milioni di vostri coetanei del tutto innocenti che rischiano di perdere la propria vita o quella dei propri cari e che, in ogni caso, subiranno forti danni psicologici dagli effetti non sempre reversibili.
Ragazze e ragazzi come voi, terrorizzati dai bombardamenti, che vivono in uno scenario di dolore e di morte ed a cui viene chiesto di fuggire con solo i vestiti addosso e i ricordi nel cuore verso un futuro senza certezza alcuna.
Persone, quindi, che non possono in alcun modo essere abbandonate e a cui deve andare tutto il nostro possibile aiuto sia materiale che morale, anche per sentirci cittadini di un mondo che non deve avere confini negli ideali di pace e fratellanza.
Pertanto, certa di interpretare il vostro comune sentire, rivolgo anche a voi uno specifico appello affinché vogliate rendervi partecipi di questo stringente momento e riservare una particolare attenzione alla situazione che stanno vivendo le persone di minore età in fuga dal conflitto bellico in atto, adoperandovi per favorire una loro eventuale accoglienza nel nostro territorio regionale. La vostra presenza sarà un bene prezioso per loro e per tutti noi.
Attivatevi, ognuno per quanto nelle proprie possibilità, affinché la solidarietà prevalga sull’egoismo, l’accoglienza sul rifiuto, l’amore sull’odio, perché ridare il sorriso anche ad un solo bambino è ridarlo a tutti i bambini.
Perché possiate essere costruttori di pace di quest’oggi e del domani che verrà…”.