Ovvero, come una “Carta “Etica” è diventata “Carta Igienica”
SIENA. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna o in Germania, chi tradisce il proprio elettorato o, comunque dice una bugia, anche se penalmente non sanzionabile, è costretto alle immediate dimissioni. La storia recente deputati, ministri, presidenti che si sono dovuti fare da parte per aver mentito pubblicamente è folta, non ultima quella del ministro tedesco scoperto ad aver copiato un pezzo della sua tesi di laurea. Nella grande Italia sembra quasi accadere il contrario, come se essere “furbetti” aumentasse addirittura il punteggio e facesse “curriculum”. Se poi si collezionano anche “avvisi di garanzia” la carriera politica è addirittura spalancata.
Qualche anno fa, sull’onda della lotta alla mafia ed alla corruzione e, grazie al lavoro dell’Associazione “Avviso Pubblico”, era nato un codice etico per la buona politica, passato alla storia come “Carta di Pisa”, in quanto la città toscana era stata la sede dei lavori di questa commissione. Il testo fu redatto da un gruppo di lavoro fatto di esperti, giuristi, funzionari pubblici e amministratori locali ed integrato fino allo scorso anno con le recenti leggi antimafia e anticorruzione. Anche il Comune di Siena, il 15 Ottobre 2013, con delibera del Consiglio Comunale n. 93 aveva adottato e fatta propria la “Carta di Pisa”, vincolandone all’osservanza il Sindaco, i Consiglieri, gli Assessori, i dirigenti comunali e chiunque esercitasse un mandato mediante nomina o designazione da parte del Sindaco.
Dopo alcune modifiche di adeguamento, questo documento è di nuovo passato all’approvazione del Consiglio Comunale di Siena che lo ha approvato definitivamente (Verbale di deliberazione di Giunta Comunale n. 68 del 26/02/2015 – http://www.avvisopubblico.it/home/wp-content/uploads/2014/05/cartadiavvisopubblico_20150226_siena.pdf). Votato nello stesso giorno, Valentini in testa, passò con 17 voti favorevoli su 20 (due astenuti e 1 contrario). Fu certamente un bel biglietto da visita per la nostra città che aderiva finalmente (insieme a Monteroni d’Arbia, Colle V. Elsa, Castelnuovo B.ga e S. Gimignano) ai principi di correttezza amministrativa sanciti dal documento e alla “formazione civile contro le mafie”.
Su quanti e su quanto però i nostri politici avessero letto la “Carta di Pisa” e conoscessero questo “solenne giuramento” nutro fortissimi dubbi.
E’ bene allora ricordare che si tratta di un “vero e proprio impegno” che nel caso senese (adozione della Giunta e Consiglio Comunale) vincola tutti gli amministratori ed i soggetti da essi nominati in Enti, Consorzi e Società. Il Codice si applica anche a coloro che operano in qualità di esperti o consulenti comunque denominati e designati dagli enti territoriali. Dunque per riassumere, sono vincolati ad osservare la Carta di Pisa, sia il sindaco, i consiglieri, gli assessori, i dirigenti comunali, ma anche chiunque eserciti un mandato mediante nomina o designazione da parte del sindaco, quindi tutti i nominati nei vari CDA, Enti, Fondazioni, Partecipate ecc…
Forse molti dei nominati non sanno che devono obbligatoriamente firmare la Carta di Pisa prima di accettare l’incarico (obbligatorio) e vorrei anche vedere se conoscono i vincoli che ci sono. Ne citerò soltanto uno che basta e avanza per chiedere le dimissioni di decine di Amministratori Senesi, compreso il nostro sindaco. Si tratta della Violazione del Codice al punto 5, soprattutto per quanto concerne la lettera “c” e “d”.
Vi riporto fedelmente qui sotto la violazione:
5. Conflitto di interessi
Sono situazioni di conflitto di interessi:
a. la sussistenza di interessi personali dell’amministratore che interferiscono con l’oggetto di decisioni cui egli partecipa e dalle quali potrebbe ricavare uno specifico vantaggio diretto o indiretto;
b. la sussistenza di preesistenti rapporti di affari o di lavoro con persone od organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme;
c. la sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado, ovvero di convivenza, con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme.
d. la sussistenza di rapporti di frequentazione abituale con persone operanti grado di parentela – od organizzazioni, analogo vantaggio in termini di natura economica, mediante prestazioni di attività professionali, conferimento di beni e servizi e assunzioni di personale.
Naturalmente non è la sola regola violata dal nostro Comune, ma questa lo è proprio in modo macroscopico.
Come scritto recentemente dal blogger senese denominato “Bastardosenzagloria”, che del conflitto di interessi ne ha fatto ormai una battaglia senza confini (vedi), ma anche l’articolo sulla Dynasty senese: (leggi), la nostra città è veramente da radiare dall’Associazione Avviso Pubblico. Già ci sarebbero gli estremi di legge per impugnare il Conflitto di Interessi davanti alla legge ordinaria, visto le parentele di primo grado di alcuni nostri illustri cittadini che siedono negli scranni di alcuni Consigli di Amministrazione, figuriamoci per la carta di Pisa che allarga il tutto addirittura fino al quarto grado di parentela.
Troppo facile fare proclami, promesse e giuramenti e poi scordarsi o, peggio, infischiarsene di ciò che si è detto o firmato. In un paese normale e in una città normale, tanto basterebbe per mandare a casa gli amministratori, tanto più che si spendono anche un migliaio di euro di soldi pubblici per rimanere associati ad “Avviso Pubblico” e all’annessa Carta di Pisa.
Praticamente paghiamo ancora una volta noi.
Augusto Codogno