Lettera di Augusto Codogno sull'Isis. Con vari distinguo
SIENA. Adesso è incominciata la corsa al “io l’avevo detto” e al “ve lo dicevo” e tutti si scoprono patrioti, cattolici, difensori delle tradizioni e nazionalisti. Perfino Oriana Fallaci, che nell’ultima parte della sua vita aveva scritto cose scomode contro i mussulmani ed era stata messa da parte dalla borghesia letterata italiana, ora sembra venire in qualche modo riabilitata.
Vi dico subito il mio pensiero e chi mi conosce sa che non ho molti peli sulla lingua e non ho paura di dire quello che penso, né di schierarmi, con tutte le conseguenze possibili e immaginabili, ma stavolta credo che deluderò le vostre aspettative dicendovi che la mia posizione è abbastanza “democristiana”: una volta nella vita concedetemelo. In che senso è presto detto e cioè secondo me è giusto intervenire militarmente contro l’ISIS, ma è sbagliato considerare l’intero mondo mussulmano come terrorista. Una posizione di mezzo forse, ma con cognizione di causa.
Partiamo dal presupposto che un miliardo e mezzo di islamici sparsi per il mondo (questo è il numero attuale), se effettivamente fossero avvezzi al terrorismo in nome di Allah, ci avrebbero già annientato da tempo o comunque saremmo immersi fino al collo in una guerra mondiale di religione (cosa auspicata dall’ISIS). Consideriamo pure che l’ISIS non ce l’ha solo con gli ebrei e i cristiani, ma anche con gli stessi mussulmani, quelli considerati “tiepidi” o “moderati”, tanto che distrugge le loro moschee e li uccide senza pietà. Mettiamoci anche che attualmente sono in guerra col Califfato molti popoli e tribù islamiche, tra le quali i più attivi ed organizzati sono senz’altro i Peshmerga curdi. Questi guerrieri di etnia iranica sono una vera e propria nazione da secoli, anche se mai ufficialmente riconosciuta per non inimicarsi la Turchia, ma dotata di efficienti servizi segreti (PUK), tanto efficienti che furono loro, è bene ricordarlo, a catturare Hassan Gul, uno dei capi di Al Qaeda, cosa che portò all’identificazione del nascondiglio di Osama Bin Laden.
Sgombriamo anche il campo dalla certezza assoluta che ci siano Stati buoni o Stati cattivi, perché bastano pochi anni per vedere nazioni amiche diventare nemiche e nazioni nemiche diventare improvvisamente amiche affidabili. La grande colpa dei paesi occidentali infatti è sempre stata quella di considerare “buoni” quelli stati con cui riuscivano a fare affari e guadagnare soldi (petrolio, gas), indipendentemente da come fossero governati dai loro spietati dittatori. Se andiamo a guardare bene, anche nazioni arabe, da sempre considerate filo occidentali, sembrano siano adesso alcuni dei più grandi finanziatori del Califfato. Ed anche noi italiani non siamo stati certo un esempio di limpidezza.
Per chi ha visto la puntata di “Report”, appare chiaro che il mondo dei soldi e degli affari non si fa problemi a rifornire di armi uno stato canaglia, a volte aggirando anche gli embarghi. La strategia politico-militare, spesso, ha gestito le crisi di quei paesi armando prima una mano e poi l’altra delle fazioni in guerra o, come noi italiani (siamo sempre i migliori), addirittura tutte e due le mani contemporaneamente. Dove c’è da vendere armamenti noi italiani siamo sempre stati in prima fila ed anche l’ultimo scoop della trasmissione, ci fa vedere come, previa una strana triangolazione, riuscivamo a fornire armi ed elicotteri a gruppi affiliati al terrorismo. Naturalmente con la copertura dei nostri Servizi Segreti e pezzi dello Stato, come con la mafia. Dunque anche noi siamo tra i fornitori di questi crudeli assassini che oggi ci sparano addosso ed è difficile salire sul pulpito a fare la predica e non ce lo possiamo proprio permettere.
E’ un mondo variegato quello islamico, soprattutto instabile. La paura maggiore però, noi occidentali, dobbiamo averla perché stiamo assistendo ad una escalation di terrore senza essere preparati. L’Europa, della quale facciamo parte, non ha mai avuto l’intelligenza di avere una politica estera unica, un esercito comune, una unità di intenti (stessa cosa per l’immigrazione), lasciando ogni Stato membro libero di orientarsi in modo autonomo.
Forse questi ultimi attentati ci apriranno gli occhi. Se fossimo davvero una unione politica e non di capitali, una democrazia vera e non governata dalla finanza e dalle lobbyes, ci vorrebbe poco a rispondere in modo incisivo e univoco. Nonostante tutto abbiamo una grande possibilità, ma è l’ultima, dopo la quale rischiamo davvero di non avere più chances.
A mio parere sono due le strade da intraprendere.
La prima è quella di un intervento militare condiviso da tutti i paesi occidentali contro il Califfato, che non può più essere rimandato. Qui non si può più porgere l’altra guancia perché abbiamo un nemico che ha, come scopo principale della sua lotta, quello di sterminarci. Noi non li combatteremo in quanto mussulmani, ma in quanto terroristi e la nostra sarà una difesa, non della nostra religione, ma della nostra popolazione, della nostra cultura, della libertà che ci siamo conquistati nei secoli. E sarà anche una difesa e un aiuto verso quei musulmani non integralisti, quei curdi e quelle curde che già sono in trincea, quelle donne costrette alla dura legge della sharia e a tutto quel mondo moderato che pur esiste e con il quale alcuni passi avanti erano stati fatti (Università Egiziana). Un atto doveroso nei confronti del mondo illuminato, tollerante, dell’arte e della cultura che queste “bestie nere” vorrebbero cancellare negando anche la storia e l’archeologia, così come hanno fatto a Palmira (patrimonio Unesco) facendola saltare in aria e decapitando Khaled Asaad (nella foto), che non voleva rivelare il luogo dove aveva seppellito alcuni importanti reperti per preservarli da quei barbari. Ah dimenticavo, anche Khaled Asaad era mussulmano.
Adesso deve però entrare in gioco anche un’altra soluzione, spero condivisa a livello europeo. Bisogna mettere immediatamente mano alle nostre leggi e alle nostra regole. Noi accettiamo e accogliamo decine di migliaia di profughi, in gran parte mussulmani, diamo loro cibo e possibilità di una vita più tranquilla di quella che facevano nei loro paesi di origine, ma dobbiamo anche pretendere qualcosa da loro. Togliamoci dalla testa l’idea razzista per cui sono tutti delinquenti e tutti pronti a massacrarci, ma smettiamo anche di fare il contrario (che è altrettanto idiota), cioè di cercare sempre di non ledere la loro sensibilità (vedi annullamento della visita alla mostra di Firenze) rendendoci anche ridicoli. In pratica sono ambedue eccessi dal quale guardarsi bene.
Il nostro stato, ma anche quasi tutti i paesi occidentali meta dell’immigrazione mussulmana, sono laici, pur se con maggioranza cattolica o cristiana. A nessun mussulmano viene chiesto di mangiare maiale o di cambiare la propria fede: c’è la libertà religiosa e di culto, quindi possono pregare, professare in pace. Altra cosa è voler vivere secondo la sharia e le leggi integraliste, fare sermoni contro la nostra civiltà e la nostra religione. Questo non possiamo e non dobbiamo permetterlo.
Le nostre leggi vietano l’infibulazione, da noi l’istruzione è obbligatoria fino a sedici anni anche per le donne, il Burka deve essere abolito, le donne non possono essere vendute ed il matrimonio civile tra un uomo e una donna di religione diversa è permesso. Chi non accetta tutto questo è libero di andarsene in un’altra nazione e questo non chiamatelo “razzismo”, ma accettazione di regole di un paese ospitante.
Ci abbiamo messo secoli, abbiamo fatto rivoluzioni, guerre, lotte ed alla fine abbiamo costruito, mattone su mattone un mondo nel quale ci piace vivere. Se vuoi venire in questo nostro mondo devi accettare quelle poche regole che la nostra civiltà ti impone e devi rispettarle. E’ irriverente e offensivo definirle “sbagliate” o “Infedeli” e spesso è frutto di ignoranza. Si perché se c’è una costante in molti dei paesi dove governa la “sharia” e l’integralismo, e dalla quale provengono la stragrande parte dei terroristi, è proprio l’ignoranza nel vero senso della parola.
Troppo facile gestire il potere e mandare al massacro intere generazioni di mussulmani al quale si è inculcato per anni un solo e terribile messaggio. I loro capi lo sanno bene ed è solo così possono tenerli schiavi e lontani dal sapere e dal mondo reale. Per prima cosa hanno vietato l’istruzione alle donne, così già metà del loro mondo rimaneva analfabeta e facilmente circuibile. Poi hanno obbligato l’altra metà (il mondo maschile) a frequentare forzosamente le cosiddette “scuole coraniche” dove si ripetono come un mantra (anni ed anni) gli stessi concetti, in modo da plasmare uomini con un solo compito: quello di ubbidire fino alla morte. E’ così che si è formata la maggior parte dell’esercito nero, con il lavaggio del cervello e, recenti testimonianze), anche tanta droga per i combattenti. In sostanza con l’Isis è impossibile trattare e non ci possono essere margini diplomatici, quindi c’è una unica alternativa per fermarli.
Augusto Codogno