SIENA. Partiamo da queste semplici considerazioni, una semplice riflessione su quanto sta avvenendo, i cittadini cercano di far quadrare i conti con sempre meno disponibilità finanziarie, le aziende stanno facendo sforzi immani per sopravvivere, gli enti pubblici locali sono costretti a spendere meno per via dei minori trasferimenti da parte dello Stato, anche quelli più virtuosi sono bloccati dal patto di stabilità. La Banca d’Italia dice che il debito pubblico aumenta, le spese sono fuori controllo e la responsabilità è delle minori entrate fiscali e del sistema centrale che ha aumentato la spesa corrente.
Non sarà mica che i tagli della manovra del Governo sono indirizzati nella strada sbagliata? Facciamo un elenco su cosa succede: minori trasferimenti verso gli enti locali, quindi minori risorse per lavori sul territorio, vedi manutenzioni, vedi infrastrutture e altro, maggiori difficoltà per le piccole imprese con minori ricavi, minori possibilità di creare nuove imprese, quindi minori entrate per lo stato. Minori risorse verso il sistema scolastico, sempre meno ricerca, minori possibilità di creare una generazione futura istruita e pronta alla sfida del mercato globale.
Eppure sembra un teorema semplice e facile da capire. Dove sono finiti i soldi per le imprese, dove è finito la riduzione del costo del lavoro, le agevolazioni per chi investe nella ricerca, per chi fa nuovi progetti , dove sono finite le agevolazioni a chi, nonostante tutto (anche perché non ha altra soluzione) vuole aprire una nuova impresa? Dove sono finiti i soldi per i giovani, non è certo con i “grandi fratello” (con tutto il rispetto) che si genera la nuova classe dirigente. E’ come risparmiare sulle medicine per curare un malato, il portafoglio si mette a posto, il malato muore (chi sarà il malato). E’ assolutamente vero che la spesa pubblica deve essere razionalizzata, tutto il sistema, gli enti dovranno riorganizzarsi e migliorare fin dove è possibile la burocrazia. Ma questo non può essere fatto con tagli indiscriminati che da Roma piovono sul territorio, senza nessuna logica, senza pensare ai danni che tutto ciò può provocare al sistema.
Come tutte le famiglie normali, ci aspettavamo un progetto, qualcosa che ci facesse vedere la luce, che ci guidasse nel cammino della ripresa.
Invece si taglia da una parte per spendere più da un’altra, dove è più facile avere consenso, senza pensare a chi ogni giorno ogni mese fa sempre più fatica per tenere in piedi la sua azienda per tirare avanti la sua famiglia. Forse pensando a tutto questo, i tagli, i risparmi li potremmo fare, in modo più equo, più razionale, condividendo tutti insieme i sacrifici. E’ con la collaborazione, con la condivisione di tutti, che si raggiungono i traguardi più difficili, bisogna smetterla con il teatrino della politica, finche siamo in tempo.
Paolo Parodi
Presidente Cna Siena
Non sarà mica che i tagli della manovra del Governo sono indirizzati nella strada sbagliata? Facciamo un elenco su cosa succede: minori trasferimenti verso gli enti locali, quindi minori risorse per lavori sul territorio, vedi manutenzioni, vedi infrastrutture e altro, maggiori difficoltà per le piccole imprese con minori ricavi, minori possibilità di creare nuove imprese, quindi minori entrate per lo stato. Minori risorse verso il sistema scolastico, sempre meno ricerca, minori possibilità di creare una generazione futura istruita e pronta alla sfida del mercato globale.
Eppure sembra un teorema semplice e facile da capire. Dove sono finiti i soldi per le imprese, dove è finito la riduzione del costo del lavoro, le agevolazioni per chi investe nella ricerca, per chi fa nuovi progetti , dove sono finite le agevolazioni a chi, nonostante tutto (anche perché non ha altra soluzione) vuole aprire una nuova impresa? Dove sono finiti i soldi per i giovani, non è certo con i “grandi fratello” (con tutto il rispetto) che si genera la nuova classe dirigente. E’ come risparmiare sulle medicine per curare un malato, il portafoglio si mette a posto, il malato muore (chi sarà il malato). E’ assolutamente vero che la spesa pubblica deve essere razionalizzata, tutto il sistema, gli enti dovranno riorganizzarsi e migliorare fin dove è possibile la burocrazia. Ma questo non può essere fatto con tagli indiscriminati che da Roma piovono sul territorio, senza nessuna logica, senza pensare ai danni che tutto ciò può provocare al sistema.
Come tutte le famiglie normali, ci aspettavamo un progetto, qualcosa che ci facesse vedere la luce, che ci guidasse nel cammino della ripresa.
Invece si taglia da una parte per spendere più da un’altra, dove è più facile avere consenso, senza pensare a chi ogni giorno ogni mese fa sempre più fatica per tenere in piedi la sua azienda per tirare avanti la sua famiglia. Forse pensando a tutto questo, i tagli, i risparmi li potremmo fare, in modo più equo, più razionale, condividendo tutti insieme i sacrifici. E’ con la collaborazione, con la condivisione di tutti, che si raggiungono i traguardi più difficili, bisogna smetterla con il teatrino della politica, finche siamo in tempo.
Paolo Parodi
Presidente Cna Siena