SIENA. L’Opera Metropolitana di Siena (che è una Onlus) ha programmato per il 2015 un’attività di vasto respiro.
Senza entrare nel merito delle varie iniziative, sulle quali, se lo riterrà necessario, il Comitato si riserva di esprimere il proprio parere, è sembrato opportuno richiamare l’attenzione su quelle che coinvolgono il Duomo con gli ingressi a pagamento della Cattedrale di Siena, con orari e costi ben definiti che riguardano tutti i giorni della settimana ad eccezione della mattinata della Domenica. Al di là della mancanza di indicazioni relative ai residenti e ai nati nel Comune di Siena per ciascuna delle attività, il Comitato si è fermato a riflettere sul ticket da pagare per entrare nella Cattedrale per pregare e magari confessarsi, da parte di senesi e non.
Il Comitato a quanti potrebbero dire che così fan tutti (il riferimento, tra l’altro, va a Firenze – Santa Maria Novella, Santa Maria del Fiore; Ravenna – San Vitale, Sant’Apollinare; Orvieto – Duomo, Chiesa di Sant’Agostino; Milano – il Duomo, ma non San Pietro in Roma), piuttosto che aprire il capitolo dei Vangeli (Matteo 21, 12-17; Marco 11, 15-19, Luca 19, 45-48, Giovanni 2, 13-25) o quello relativo al “mercimonio” dei “beni comuni” (il Duomo è della Chiesa istituzione? È del Vescovo?), ripropone la nota del Consiglio Episcopale Permanente sul tema L’accesso nelle chiese (Roma, 31 gennaio 2012), a meno che non debba essere considerata come le “grida” del XVI secolo di manzoniana memoria. Intanto in premessa vi si afferma “il principio dell’apertura gratuita delle chiese, come luoghi dedicati primariamente alla preghiere comunitaria e personale”, da tenere presente “anche (dalle) chiese di grande rilevanza storico-artistica, interessate da flussi turistici notevoli”, tenuto conto che “è fondamentale che il turista percepisca di essere in un luogo sacro e si comporti” di conseguenza. Ne deriva che “è da escludersi che l’accesso alle chiese aperte al culto sia condizionato al pagamento di un biglietto di ingresso”.
Nel testo della nota si precisa che “deve essere sempre assicurata la possibilità dell’accesso gratuito a quanti intendono recarsi in chiesa per pregare (turisti o meno) e deve essere sempre consentito l’accesso gratuito ai residenti nel territorio comunale (anche se non intendono recarsi in chiesa per pregare) – punto 6. Sempre nella nota – punto 7 – si ritiene ammissibile l’adozione di un biglietto d’ingresso soltanto
per la visita turistica di parti del complesso, chiaramente distinti dall’edificio principale della chiesa”.
Allora, per il Duomo di Siena si paga il biglietto d’ingresso per una o più parti del complesso (quale?) o per il complesso “au total, tout-court”? e il differente atteggiamento per i senesi e i turisti?
Il Comitato invita i senesi a farsi sentire e a difendere i propri diritti, fedeli o no che siano.
Il Comitato Cittadini Sovrani e beni comuni