"Un alone leggendario ha accompagnato la Folgore fino ai nostri giorni, nelle missioni all’estero, tra le ultime quelle in Afghanistan"
SIENA. “In una città fatta di tante pluralità, caratterizzata dalle contrade, dalle associazioni, dall’Università, la presenza militare equivale a quella di un’altra piccola comunità che si aggiunge alle altre, pienamente inserita nel tessuto economico, sociale. La presenza dei paracadutisti Folgore è rassicurante, nell’operazione Strade sicure, ma è un punto di riferimento più ampio, che ci lega al resto del mondo, ovvero al teatro internazionale di azione al quale i nostri soldati sono spesso chiamati. C’è un sentimento di orgoglio e rispetto, nei confronti del 186° Reggimento Folgore, indubbiamente un corpo di élite, una delle punte di diamante del nostro esercito. E c’è un doppio filo che lega la caserma, la presenza militare a Siena e il Comune.
Prima della Caserma Lamarmora, oggi Bandini, i militari erano ospitati in locali malsani, in vecchi conventi e vari edifici sparsi per la città. Il Comune volle fortemente, fin dal 1927, costruire una caserma, senza però trovare finanziamenti dal Governo di allora. Nel 1929, dunque, il Comune si trova nella necessità di sostenere quasi per intero la spesa di realizzazione del nuovo complesso militare, cedendo gratuitamente il terreno per la costruzione, obbligandosi ad acquistare le vecchie caserme con l’impegno di reimpiegare il prezzo di stima per la nuova costruzione ed infine contribuendo con una cifra di 7.650.000 lire. Per la realizzazione del progetto di massima fornito dal Ministero della Guerra comprendente un gruppo di fabbricati distribuiti intorno ad un vasto cortile rettangolare, si poneva inoltre la necessità di inglobare nell’area prescelta, nei pressi di Porta Camollia, il campo di tiro della Società mandamentale di Tiro a Segno, che venne così ad essere spostato nella zona presso la via di Pescaia, sempre a poca distanza da Porta Camollia.
Il 186º Reggimento paracadutisti “Folgore” è inquadrato nella Brigata paracadutisti Folgore. È erede del 186º Reggimento “Folgore” schierato nella battaglia di El Alamein. Ne ha preso in consegna la bandiera, decorata con la medaglia d’oro per il comportamento tenuto in quella celebre occasione. Quello fu il momento in cui il reggimento diventò conosciuto e stimato in tutto il mondo, tant’è la festa del reggimento Folgore cade nell’anniversario della battaglia, il 23 ottobre.
Sono numerosi i paracadutisti del 186º Reggimento che con azioni individuali hanno ricevuto medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, dalla Seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni. Una medaglia d’oro, per le sue eroiche imprese è quella il tenente paracadutista di complemento Roberto Bandini di Colle di Val d’Elsa, che apparteneva al 186° reggimento fanteria paracadutisti della Divisione Folgore, deceduto durante la guerra d’Africa, nella Battaglia di El Alamein dell’ottobre 1942. Questa è l’ulteriore dimostrazione di come la battaglia di El Alamein sia stata lo spartiacque glorioso della Folgore. Il nome stesso incuteva terrore nei nemici: i nostri paracadutisti si sono conquistati sul campo gloria e rispetto. Un alone leggendario ha accompagnato la Folgore fino ai nostri giorni, nelle missioni all’estero, tra le ultime quelle in Afghanistan, oppure quelle precedenti in Somalia, Albania, Bosnia, Kosovo, Libano, Iraq.
Dare la cittadinanza onoraria a un Reggimento che tanto ha fatto per la nostra città, per la nostra nazione, per la pace nel mondo, è un modo di riconoscere il sacrificio di paracadutisti volontari, che ogni giorno affrontano il pericolo e nuove sfide, mettendo la loro vita a disposizione della comunità”.