Rammarico di un lettore per uno spazio aggregante che scompare
CHIUSDINO. Se fosse un favola, quello che sto scrivendo, la inizierei così: …..tanto tempo fa quando eravamo ragazzi i nostri genitori la domenica ci portavano al campo sportivo a vedere la partita di calcio, la squadra, la conosciutissima Cinghiala di Chiusdino rappresentava il paese, era il suo cuore e la sua anima. Era parte di noi e con noi percorreva il suo tempo.
“Pedro” da autentico centravanti di area, tanta testa ed agonismo, ci faceva sognare con la sua forza e determinazione. La sua passione era la nostra. Noi ragazzi di allora ci mettevano dietro il portiere avversario e separati da una rete di protezione, cantavamo dall’inizio alla fine simpatici sfottò per distrarlo, ma il portiere avversario, ormai abituato, era imperterrito e non si scrullava troppo del nostro rumoreggiare. “Pedro” segnava, “La Baffa”, il nostro portierone, parava tutto quello che poteva e noi ragazzi sognavamo in grande con la nostra squadra e il nostro paese.
Il campo sportivo si intitolò a “Bruno Belli”, dopo una sua ristrutturazione, accompagnò la mitica Cinghiala a gareggiare e primeggiare perfino in prima categoria. Ma dopo alcuni anni, davvero splendidi per il paese, i tempi si fecero cupi e la Cinghiala scomparve dal calcio dilettantistico, dopo che varie generazioni di Chiusdinesi avevano calcato il prato in erba sincera del “Bruno Belli”. Tornò presto il sereno, da una caduta si trova sempre il modo di risalire la china, rinascerà l’AS Chiusdino ed altri campionati di terza categoria, altri giovani con la passione del calcio e noi non più ragazzi ancora a credere nella squadra e nel paese.
Il “Bruno Belli”, negli anni a noi vicini, chiude per ristrutturazione, rifacimento degli spogliatoi e terreno di gioco, il tempo, trascorrendo seppur lento, lascia sempre il suo segno. I giovani della scuola calcio, prima della chiusura, ottengono buoni risultati, a guida Pallini riescono perfino a vincere il loro piccolo, bel campionato.
Il “Bruno Belli” chiude, i giovani della scuola calcio vanno a giocare in campi sportivi di comuni vicini che in parte sopperiscono alle difficoltà procurate dalla mancanza di uno spazio idoneo, tanti si perdono per strada, alcuni accettano di andare a giocare in squadre vicine.
Il “Bruno Belli” è chiuso, dimenticato, forse per sempre o chissà per quanto tempo ancora.
Noi, che ragazzi non siamo più, non abbiamo più voce, nessun portiere avversario potrà sentire i nostri sfottò simpatici e allegri. Una parte del paese muore come muore il “Bruno Belli” di Chiusdino.
Rossano Bianchi